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Quanto costerebbe a ogni italiano azzerare il debito pubblico (col…

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dinamiche della popolazione

Quanto costerebbe a ogni italiano azzerare il debito pubblico (col «Pil demografico»)?

Quanto costerebbe a ogni italiano ripagare il debito pubblico, tenendo conto delle dinamiche demografiche? Su Neodemos.info Gian Carlo Blangiardo, docente di demografia presso l’Università di Milano Bicocca e collaboratore della Fondazione Ismu, azzarda una nuova ipotesi legata alla sua specializzazione.

Innanzitutto Blangiardo calcola che ripagare l’intero debito pubblico italiano (pari a 2.136 miliardi di euro a fine 2014 secondo i dati Eurostat) costerebbe circa 35mila euro una tantum a testa per tutti gli italiani, neonati e ultracentenari compresi. L’idea-provocazione di Blangiardo a questo punto è fare entrare in campo il concetto di “Pil demografico”, cioè il conteggio degli anni di vita complessiva della popolazione residente dalla nascita alla morte, tenendo ovviamente conto dei flussi migratori.

Si tratta di un asset, spiega, che può essere utile per calcolare in modo diverso l’abbattimento del debito pubblico. Un parametro complementare al rapporto debito-Pil, azzarda il demografo, poiché ha il pregio di tenere conto sia della consistenza numerica che della struttura demografica del paese debitore. «Rapportando in un dato istante il debito di un popolo al suo corrispondente patrimonio di anni-vita spendibili in condizione di (potenziale) attività, si avrebbe modo di valutare l’entità del carico debitorio assunto da quel popolo anche sulla base di “quanti” e “chi” risultano essere – misurati in quello stesso istante – i sottoscrittori del debito stesso e, in ultima analisi, i garanti del suo futuro rimborso», spiega il demografo.

L’idea è quindi trasformare l’ipotetica una tantum da 35mila euro in «una quota annua costante, limitatamente al tempo e alle età in cui gli italiani si trovano nella condizione di appartenere alla popolazione attiva (convenzionalmente 20-64 anni)». Blangiardo calcola che l’intera popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2015 detiene un “patrimonio demografico” di poco più di 1,2 miliardi di anni-vita che sta spendendo o spenderà tra i 20° e il 65° compleanno, stando alle attese di sopravvivenza legate alle condizioni attuali. «Il contributo pro capite da richiedere annualmente ai fini di una completa estinzione del debito pubblico italiano a tutti gli attuali residenti – da subito o da quando (e per quanto) essi saranno in età attiva - risulterebbe pari a 1.757 euro, ragionando sul puro rimborso del capitale iniziale», calcola il docente universitario.

Un contributo che per l’Italia sarebbe comunque il più alto nell’Unione europea, maggiore anche di quello della Grecia. Il peso dell’indebitamento definito da Blangiardo attraverso il “patrimonio demografico” varia infatti dai 1.674 euro annui del Belgio ai 1.477 dell’Austria, dai 1.393 euro della Francia ai 1.360 del Regno Unito, dai 1.325 euro della Germania ai 676 della Slovenia, fino al minimo registrato dall’Estonia (74 euro).

Certo, a qualcuno questa potrà sembrare un’inopportuna intrusione della demografia nel tempio dell’economia e della finanza, conclude il docente universitario, «ma si confida che quanto detto venga più bonariamente visto come un volenteroso tentativo (quand’anche abbozzato e maldestro) di assecondare i nuovi orientamenti che si propongono di leggere le società del nostro tempo con nuove lenti, diverse e (perché no?) interdisciplinari».

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