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Apple-Fbi, svolta clamorosa. I federali: «Sappiamo come…

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SALTA L’UDIENZA

Apple-Fbi, svolta clamorosa. I federali: «Sappiamo come sbloccare l'iPhone»

(Afp)
(Afp)

Una svolta che ha del clamoroso. A tanto è arrivato il caso Apple-Fbi sulla vicenda dell'iPhone di Farook, killer di San Bernardino. Poche ore fa, quando il keynote di Cupertino per il lancio del nuovo iPhone SE si era chiuso di pochissimo, una nota dell'Fbi ha spiazzato tutti: i federali hanno fatto sapere ad Apple di essere in grado di sbloccare l'iPhone 5C e di non aver bisogno della backdoor, chiedendo (e ottenendo) l'annullamento dell'udienza che avrebbe dovuto tenersi oggi (alle 21 italiane) presso il tribunale di Riverside. Oggi Apple avrebbe portato davanti al giudice le motivazioni del suo “no” alla richiesta governativa di creare una backdoor per iOS con la quale accedere agli iPhone bloccati, e l'udienza avrebbe avuto l'ennesimo enorme riverbero mediatico. La mossa dei federali ha rotto ogni piano.

Tim Cook, aprendo l'evento di ieri, aveva lanciato ancora un appello a favore di privacy e protezione dei dati degli utenti: “in questa lotta non ci tireremo indietro”, aveva detto il Ceo di Apple. E invece lo sgambetto dell'Fbi era dietro l'angolo. Secondo il documento che il Dipartimento di giustizia dei federali ha presentato in tribunale lunedì sera, un terzo soggetto (rimasto anonimo) ha fornito un metodo per sbloccare l'iPhone del killer di San Bernardino, e l'Fbi ha deciso di testare questa strada. Non è ancora stato detto ufficialmente che la soluzione terza funzioni al 100%, ma l'uscita dei federali a poche ore dalla prima udienza lascia veramente pochi dubbi.

Cosa succede adesso?
Difficile, adesso, capire quali saranno le ripercussioni di questa svolta improvvisa. Al fianco di Apple, ricorderete, si erano schierati tutti i big del mondo tecnologico: da Google a Facebook, da Twitter a WhatsApp. Quella dell'Fbi sembra invece una prova di forza, e molto probabilmente non troverà grossi consensi. L'intera faccenda è comunque in evoluzione.

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