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Corruzione, dubbia la stima di 60 mld: Istat e Anac avviano misurazione…

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firmato protocollo d’intesa

Corruzione, dubbia la stima di 60 mld: Istat e Anac avviano misurazione congiunta

Il presidente dell’Athority Anticorruzione Raffaele Cantone
Il presidente dell’Athority Anticorruzione Raffaele Cantone

Misurare l'esatto perimetro della corruzione in Italia, fenomeno per sua natura sfuggente perché com'è noto «avviene all'oscuro». È questo l'obiettivo del protocollo appena siglato tra Anac e Istat per la condivisione di conoscenze, dati, e metodologie di analisi per meglio conoscere e prevenire lo scambio di utilità e vantaggi contro denaro mettendo a punto indicatori per la misurazione dell'intensità del fenomeno. La sfida - ha detto il presidente dell'autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone al convegno “Misurare la corruzione per prevenirla e contrastarla” - è misurare la corruzione per verificare l'efficacia di quello che è stato fatto e individuare dove la corruzione si può annidare per arrivare a mettere a punto strategie vincenti».

Dati tribunali inattendibili perchè riferiti solo a corruzione emersa
«I dati disponibile ai tribunali - ha aggiunto Cantone - sono inattendibili», soprattutto perché si limitano a registrare la corruzione emersa. «Se guardassimo solo a quelli penseremmo di vivere in un paese con bassi livello di corruzione», così come anche le classifiche sulla percezione non colgono le variazioni del fenomeno, ha concluso l'ex magistrato.

Alleva: serve lavoro di intelligence da parte di istituzioni indipendenti
Per il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, quello che serve è «un sofisticato lavoro di intelligence da parte di istituzioni indipendenti» come lo stesso Istituto di statistica e l'Anac, che metta ordine con una serie di parametri affidabili al dibattito, che da anni ruota intorno alla cifra «inaffidabile» di 60 miliardi di euro per il giro d'affari della corruzione «frutto di un insufficiente approfondimento statistico». «Una delle difficoltà ulteriori - ha osservato Nicola Bonucci, direttore Affari legali dell'Ocse - è anche che la corruzione è un fenomeno assolutamente in evoluzione. È necessario arrivare ad approcci più sofisticati e granulari».

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