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L'impatto della paura e il pragmatismo dei listini

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L'ANALISI

L'impatto della paura e il pragmatismo dei listini

(Afp)
(Afp)

Alla domanda della Reuters, quanto pesa il terrorismo sui mercati finanziari, un gestore svizzero si sforza di dire come gli attentati siano un «fattore di rischio da tener sotto controllo», speci e se interessano direttamente gli scambi (si presume quelli commerciali).

Ieri, l'afflizione degli operatori è durata un'ora, perché alle 10, davanti a un indice Ifo (fiducia delle imprese tedesche) migliore delle attese, l'euro Stoxx è risalito, azzerando quasi per intero le perdite iniziali. A fine giornata ha persino chiuso con un piccolo rialzo, suggestionato più dallo strano ottimismo di Wall Street che dalla tragedia di Bruxelles. Evidentemente il nuovo eccidio dell'Isis non è tale da influenzare i commerci internazionali, a patto, come spiega un altro gestore, francese, che non comprometta gli scambi internazionali e, nella fattispecie dell'area euro, il trattato di Schengen.

Se non sorprende il pragmatismo dei mercati, stupisce invece la tenacia con cui le borse, in particolare Wall Street, inseguono un rialzo che a detta dei grandi investitori non avrebbe senso e, anzi sarebbe occasione per vendere. E tutti dicono d'averlo fatto nelle scorse settimane e di volerlo fare tuttora, perché questa euforia si muterà in una profonda delusione: in una «elevata volatilità», secondo Goldman Sachs, in una brusca caduta, per gestori del calibro di Bill Gross e Ray Dalio, in un mezzo bagno di sangue, per gli uomini di SocGen che, a dir la verità, non hanno mai ecceduto nell'ottimismo.

A sentire Bank of America, gli investitori o, meglio, i suoi clienti, sarebbero stati venditori netti di titoli per l'ottava settimana consecutiva. Poiché i dati si riferiscono a venerdì, significa che fondi, fondi pensione, hedge fund e i grandi privati, cui la banca americana offre i suoi servizi, hanno iniziato a vendere fin dal 25 gennaio. BofA non crede a questo «rally», ma diffidenti dicono d'esserlo anche a JP Morgan, Morgan Stanley, Barclays, Deutsche Bank, oltre a tanti hedge fund. Il gestore di uno di questi, tedesco, che amministra un patrimonio di 166 milioni di $, ha dichiarato di «vendere a tutti i costi questo rialzo totalmente guidato dalle banche centrali e avulso dai fondamentali».
Siccome non si può credere che a comprare siano ancora quegli investitori che si devono “ricoprire” , c'è il sospetto che, sotto tutto il dichiarato pessimismo, vi sia qualcuno poco sincero. Visto che l'analisi tecnica comincia a dare segnali d'acquisto, si sarebbe tentati di attribuire alle macchine del trading automatico questa strana effervescenza di Wall Street. Oltre al fatto che le macchine “lavorano” su tempi brevi, sarebbe comunque una meschina giustificazione.

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