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Intelligence irachena: anche in Italia elementi della cellula di Parigi

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Intelligence irachena: anche in Italia elementi della cellula di Parigi

Presidente del Copasir Giacomo Stucchi
Presidente del Copasir Giacomo Stucchi

Sono sparsi tra Germania, Gran Bretagna, Italia, Danimarca e Svezia gli elementi della cellula dell'Isis che ha «compiuto gli attacchi di Parigi» che fa parte dell'esercito di 400 jihadisti che lo Stato islamico ha inviato in Europa per compiere attacchi. Lo rivela all'Ap «un alto responsabile dell'intelligence irachena» che afferma che recentemente «un nuovo gruppo» è arrivato nel Continente dalla Turchia. Sul fronte della sicurezza interna arriva oggi dall’Aisi (Agenzia informazione per la sicurezza interna) la conferma che il livello di rischio per attacchi terroristici in Italia è «significativo, è dunque necessario tenere alta la guardia, sapendo che i possibili obiettivi sono innumerevoli». Lo ha riferito il presidente del Copasir Giacomo Stucchi, al termine dell'audizione del direttore dell'Aisi, Arturo Esposito, dedicata all'analisi del livello di sicurezza del Paese dopo gli attentati di Bruxelles.

I jihadisti, ha osservato Stucchi, «cercano il gesto eclatante con un alto numero di vittime in modo da avere maggiore risonanza». Non c'è comunque, ha sottolineato, «alcun riscontro su cellule terroristiche nel nostro Paese, ma ciò non vuol dire che non si possano strutturare o che non ci sia la progettualità di costituirle». Inoltre, ha aggiunto, «non c'è alcun segnale che ci porti a dire che c'è un passaggio dalla possibilità alla probabilità che qualcosa accada in Italia». Negli ultimi tempi, ha rilevato il presidente del Copasir, «c'è stato un aumento delle segnalazioni alla nostra intelligence da parte di servizi collegati e, per fortuna, tantissime si sono rivelate infondate». A fronte di quanto successo a Bruxelles, ha aggiunto Stucchi, «c'è comunque una razionale preoccupazione: come si è visto da quanto accaduto in Francia ed in Belgio i potenziali obiettivi possono essere tantissimi, dai 'soft target' ai luoghi presidiati».

Terrorismo: Stucchi, nessun riscontro su cellule in Italia
Riguardo al sistema di cellule terroristiche anche in Italia, «non ci sono elementi di riscontro, ma questo non vuol dire che non si possano strutturare o non possa esserci la progettualità di costruirle» ha detto il presidente del Copasir al termine dell'audizione del direttore dell'Aisi. Stucchi sottolinea che «esiste una razionale preoccupazione. Le segnalazioni che arrivano dai servizi esteri vengono analizzate con estrema attenzione - assicura Stucchi - ma, per fortuna, dopo attenta verifica molte di esse si rilevano infondate. Segnalazioni che sono comunque in aumento».

In Belgio incapacità imbarazzante
«Non è possibile prevenire tutto. Chi comunica un messaggio diverso dicendo che è tutto sotto controllo e non accadrà nulla illude le persone» ha spiegato Stucchi. «C'è una nota del direttore del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l'Ambasciatore Giampiero Massolo, che mette in evidenza alcune problematiche e fa un'analisi sulla possibilità, non la certezza, che ci siano cellule terroristiche strutturate anche nel nostro Paese. C'è una preoccupazione reale e si lavora» ha chiarito Stucchi per rendere inerti queste cellule.

Sulla gestione della sicurezza e delle indagini in Belgio restano forti i dubbi. Intervenendo ad Agorà (RaiTre) ha sottolineato che «in Belgio hanno palesato una serie di incapacità imbarazzanti perché - ha sottolineato il presidente del Copasir - a fronte di situazioni che si sono ripetute nei mesi scorsi, non si è stati in grado di porre in essere una politica di sicurezza che portasse a risultati concreti». Gravissimo poi che «non si è stati in grado di capire che l'arresto di Salah avrebbe portato a un'accelerazione. E, quando non si riesce a fare questa semplice analisi - ha spiegato Stucchi - vuol dire che ci sono dei limiti che vanno assolutamente superati perché sono importantissimi per tutta la sicurezza internazionale».

Il Dipartimento di Stato americano ha emesso un “travel warning”, invitando i cittadini americani a non viaggiare verso e attraverso l’Europa ma questo, ha commentato Stucchi, è stato uno «sbaglio perché fanno passare un messaggio che non è assolutamente quello reale. È vero che facendo così mettono le mani avanti e di fronte a possibili attentati in Europa possono sempre dire “lo avevamo detto” ma non è un modo serio di affrontare la questione».

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