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Banche salvate, in corso confronto Governo-Bruxelles sui rimborsi

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la partita indennizzi

Banche salvate, in corso confronto Governo-Bruxelles sui rimborsi

Nella foto una manifestazione del Comitato Vittime del Salva-banche tenutasi lo scorso dicembre a Roma (Agf)
Nella foto una manifestazione del Comitato Vittime del Salva-banche tenutasi lo scorso dicembre a Roma (Agf)

Il Governo sta lavorando alla messa a punto del pacchetto dei rimborsi per i correntisti delle 4 banche italiane andate in risoluzione. In ballo c'è anche l'aumento delle risorse del fondo attualmente dotato di 100 milioni di euro. Secondo quanto si apprende da fonti della maggioranza, sarebbe in corso un confronto aperto e serrato con Bruxelles su questo fronte al termine del quale, e dopo aver ricevuto tutti i necessari feedback, l'esecutivo procederà alla definizione del provvedimento al riguardo. Per questo motivo non c’è ancora una data precisa per il Consiglio dei ministri che potrà dare il via libera alle misure, anche se sempre in ambienti della maggioranza non si esclude che un informalissimo giro di tavolo su questa materia possa essere fatto nel Cdm fissato per domani. Nell'incontro di febbraio Renzi-Junker (la cosa emerge solo adesso) il premier italiano avrebbe chiesto un segnale forte: quello di poter restituire, con i soldi delle banche, i denari ai subordinati retail senza passare per l'arbitrato. In campo oltre a Renzi ci sono, da settimane, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il rappresentante dell’Italia presso l’Unione europea Bruxelles Carlo Calenda.

Secondo quanto anticipato dal Sole-24 Ore si potrebbe arrivare a coprire quasi tutte le perdite dei risparmiatori (stimate dal Mef in poco più di 300 milioni) ampliando il plafond del Fondo di solidarietà per gli indennizzi dei risparmiatori coinvolti nella risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara. L'orientamento del Governo sarebbe infatti quello di procedere per decreto per ampliare il più possibile la platea dei rimborsati, rendendo superflui gli arbitrati disposti in manovra e quindi il decreto ministeriale e il Dpcm che avrebbero dovuto stabilirne i criteri. A quanto si apprende, la cifra esatta - in arrivo, come i primi 100 milioni, interamente dal mondo bancario - non sarebbe ancora stata decisa. Non si tratterà, comunque, di rimborsare tutto a tutti, decisione che si scontrerebbe appunto con le regole Ue. Il fondo di solidarietà è più probabile che si attesti tra i 250 e i 280 milioni, escludendo dai rimborsi gli investitori che avevano affidato il loro portafoglio ad intermediari e che non erano correntisti delle 4 banche. Possibile anche che si preveda che ad alimentare il fondo vadano le eventuali plusvalenze dalla vendita delle sofferenze degli istituti (tutte trasferite alla Rev, la bad bank delle 4 vecchie banche). Plusvalenze che però è difficile prevedere ci siano e che in ogni caso vanno prima girate, così come i proventi della vendita delle good bank, al fondo di risoluzione. La valutazione delle sofferenze (al 17,6% del nominale) è stata fatta dalla Banca d'Italia di concerto con la Ue tenendo conto del valore di mercato come si legge nella memoria difensiva di Via Nazionale al Tar. Il valore dei prestiti girati alla Rev potrebbe però essere superiore a quello effettivo di cessione aveva comunque già avvisato la Ue al momento della risoluzione a novembre vista la difficile situazione del mercato degli Npl in Italia.

Il decreto tuttavia non è passato per il preconsiglio e nell'odg del Cdm in programma domani non compare alcun riferimento. In attesa del via libera di Bruxelles, ancora non arrivato, l’esecutivo sarebbe infatti ancora indeciso sulla tempistica, sulla possibilità cioè di procedere prima o dopo l'ok Ue. Intanto Adusbef e Federconsumatori plaudono al «sussulto di responsabilità da parte del Governo».


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