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Meccanici, sul nodo salario stop alla trattativa. Sciopero il 20 aprile

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rinnovo del contratto

Meccanici, sul nodo salario stop alla trattativa. Sciopero il 20 aprile

Il nodo salariale divide le parti al tavolo sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici, con i sindacati che annunciano uno sciopero di 4 ore per il 20 aprile. Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm respingono la proposta di Federmeccanica di istituire nel Ccnl un salario minimo di garanzia, per assicurare aumenti ex post (a consuntivo)ai lavoratori che sono al di sotto di questa soglia: per i sindacati è inaccettabile perchè solo il 5% delle tute blu beneficerebbe degli incrementi retributivi dal contratto nazionale.

Storchi (Federmeccanica): sempre disponibili al confronto
La decisione è arrivata al termine dell'incontro con il presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi e il presidente di Assistal, Angelo Carlini: «Puntiamo ad un rinnovamento contrattuale - sostiene Storchi - l'incontro è stato costruttivo anche se non si sono fatti passi in avanti, abbiamo ribadito la nostra intenzione di non volerci alzare dal tavolo per continuare il confronto, anche se vi sono valutazioni diverse». Storchi ricorda i punti della proposta di Federmeccanica come l'estensione della sanità integrativa a tutti i lavoratori e alle loro famiglie (azzerando il contributo dei lavoratori a Metasalute con contributi versati interamente dalle imprese), l'incremento della contribuzione a carico delle imprese per la previdenza complementare (dall'1,6% al 2% ), l'individuazione di 260 euro da distribuire con la retribuzione variabile, l'introduzione del diritto soggettivo alla formazione (24 ore nel triennio garantite a tutti). «In un contesto di deflazione, con i prezzi industriali che continuano a calare, non si può continuare a distribuire incrementi salariali a pioggia - sostiene il presidente di Federmeccanica -. Proponiamo invece di distribuire la ricchezza in azienda, dopo che è stata prodotta. Il tutto a vantaggio della competitività delle imprese e degli stessi lavoratori che, attraverso il welfare contrattuale, potranno beneficiare della defiscalizzazione prevista dalla legge di stabilità. Puntiamo a sviluppare la contrattazione aziendale attraverso processi di coinvolgimento e di partecipazione dei lavoratori per superare la conflittualità».

I sindacati: con lo sciopero cambieranno idea
Questa impostazione non piace al sindacato. «Non si può pensare che il contratto nazionale si riduca ad una discussione sul pacchetto Welfare - afferma Maurizio Landini (Fiom) - che non può sostituire mai il contratto nazionale che deve restare autorità salariale». Per Marco Bentivogli (Fim) «con il salario minimo, la proposta non potrà mai diventare il contratto dei metalmeccanici». Rocco Palombella (Uilm) è convinto: «con lo sciopero contiamo di fargli cambiare idea». Un nuovo incontro è in programma il 30 marzo quando si riunirà il comitato di riforma dell'inquadramento che risale al 1973.

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