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No al terzo ricorso, Bassolino in trincea

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No al terzo ricorso, Bassolino in trincea

  • –Vera Viola

Terza bocciatura per Antonio Bassolino. La commissione nazionale di garanzia del Pd ha respinto all’unanimità il ricorso con cui l’ex sindaco ed ex governatore aveva impugnato i risultati delle primarie a Napoli. Il ricorso, come previsto, è stato respinto per incompetenza della commissione del partito a giudicare, trattandosi di primarie di coalizione, come ha spiegato il presidente della commissione Gianni Dal Moro.

Per Antonio Bassolino, la battaglia politica continua. «Rifletteremo nei prossimi giorni di festività pasquali su come continuare in ogni caso una battaglia per Napoli: etica, civile e politica», ha annotato su facebook. E da parte sua la candidata vincitrice dalle consultazioni di coalizione, la renziana Valeria Valente, dopo la pronuncia della Commissione nazionale di garanzia, ha commentato: «Mi auguro che si possano costruire tutte le condizioni utili a vincere la sfida di giugno». E ancora una volta ha rivolto un appello a tutti gli altri concorrenti delle primarie, a partire da Antonio Bassolino, invitandoli «a lavorare tutti insieme per riportare il centrosinistra alla guida della città, nell’esclusivo interesse di Napoli».

Articolata la decisione della commissione di garanzia che non si è limitata a valutare la propria competenza in materia. In primo luogo ha precisato che «Bassolino aveva accettato la clausola compromissoria secondo cui ogni ricorso sarebbe stato demandato alla commissione della coalizione», pertanto non doveva essere adita anche la commissione del Pd. Ma – ha anche precisato il commissario istruttore Franco Vazio – «abbiamo esaminato una ad una le contestazioni presentate da Bassolino anche nel merito». Per concludere che le immagini utilizzate per il ricorso – «si riferiscono ad alcuni casi che non superano i requisiti. Il numero dei voti conseguiti dall’onorevole Valente – aggiunge Vazio – in quei seggi e il numero dei casi registrati non superano la cosiddetta prova di resistenza. Se questi casi fossero stati più numerosi sarebbe stato lecito attendersi qualche contestazione da parte del rappresentante di seggio di Bassolino. Invece non c’è stata alcuna contestazione nei verbali». Sulla distribuzione di monete da un euro, infine, la Commissione precisa che «è irragionevole considerare illegittimo il voto di un cittadino il cui contributo è stato pagato generosamente da un conoscente».

In realtà, quanto accaduto in occasione delle primarie del Pd ha suscitato scalpore tra i cittadini. Ora si attende la decisione di Antonio Bassolino che da giorni è di fronte al bivio se ritirarsi dalla competizione per la scelta del sindaco di Napoli, oppure candidarsi fuori dal Pd con il solo appoggio di liste civiche. Finora ha rinviato la decisione nella speranza che si potesse trovare una soluzione interna al Pd, di cui, ricorda, è stato fondatore. Oggi non gli resta che scegliere, dopo che già la vicenda primarie gli ha offerto una imprevista occasione di riscatto, se giocare tutte le carte e candidarsi a sindaco, oppure rinunciare.

È chiaro che l’eventuale discesa in campo dell’ex governatore disturberebbe l’arrivo al ballotaggio di Valente contro il sindaco uscente Luigi De Magistris, sostenuto anche dalla sinistra. Ma il fatto che Bassolino prenda tempo per decidere se correre o meno da solo, senza peraltro usare i toni bellicosi delle scorse settimane, è letto a Roma come buon segno. D’altronde, la linea del Pd è stata chiara fin dall’inizio e sarà ribadita dal premier segretario Matteo Renzi nella direzione del 4 aprile: i candidati vincitori alle primarie sono quelli da sostenere, senza se e senza ma.

Ieri lo ha ribadito il vicesegretario dem Lorenzo Guerini. Sottolineando prima che la vicenda di Bassolino «è stata approfondita in tutte le sedi, anche in quelle che non avevano titolo a farlo, come la commissione di garanzia nazionale, che si è espressa sul piano formale e di merito». Un altolà alle polemiche di chi bolla la bocciatura dei ricorsi come frettolosa e “burocratica”. E aggiungendo poi il mantra renziano: «Ora faccio appello al senso di responsabilità di tutti, si dia seguito agli impegni assunti quando si è deciso di candidarsi. Abbiamo riconosciuto il diritto di chi chiedeva di verificare, ora si dia seguito all’impegno di sostenere chi ha vinto». Il messaggio è sempre lo stesso: quando si perde, non si scappa con il pallone.

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