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Dossier Parte la campagna per la consultazione sulle piattaforme

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Dossier | N. 25 articoli17 aprile / Il referendum sulla durata delle trivellazioni in mare

Parte la campagna per la consultazione sulle piattaforme

La campagna referendaria sullo sfruttamento dei giacimenti nazionali finora si è concentrata soprattutto sulla rete dei “social network”, con una presenza forte del mondo no-triv, ma da oggi al web si affiancano anche radio e televisione con le “tribune” e i “messaggi autogestiti” sulle reti Rai.

Il referendum si svolgerà domenica 17 aprile e sarà chiesto agli italiani se vogliono conservare (votando “no”) o cancellare (votando il “sì”) la legge attuale sulla durata delle concessioni delle piattaforme ora in attività nei mari italiani entro le 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri). Se vinceranno i no, o se non sarà raggiunto il quorum della metà degli elettori, le piattaforme potranno chiedere un allungamento dell'attività se nel loro giacimento vi saranno ancora metano o greggio. Se vinceranno i sì, le piattaforme dovranno essere chiuse al momento della scadenza del permesso, senza possibilità di chiedere prolungamenti anche se vi saranno ancora riserve sfruttabili.
Il comitato referendario non era riuscito a raccogliere le 500mila firme necessarie per indire un referendum. La proposta è stata raccolta da alcune Regioni (ne bastano 5) e per la prima volta è stato indetto un referendum su proposta regionale. Lo scarso appeal del tema è confermato dalle analisi sulla rete web. Sui “social” vince il sì ma soprattutto pare vincere il “non m'interessa”e il mondo no-triv lamenta un silenzio informativo sul tema, nonostante che si siano fatti avanti diversi testimonial del mondo delle arti come lo scrittore Erri De Luca, l'attore Alessandro Gassmann, la cantante Fiorella Mannoia, i quali si sono espressi contro lo sfruttamento delle risorse nazionali.

Assai più bassa la visibilità del comitato contrapposto, cioè per l'astensione al referendum o per il voto “no”, che si chiama Ottimisti e Razionali il quale non gode l'appoggio di corpose organizzazioni.
La visibilità sul tema si alzerà da oggi fino al 15 aprile sulle reti tv e radio della Rai con le 13 “tribune” di mezz'ora l'una e con i 13 “messaggi autogestiti” da 6 minuti. La commissione parlamentare di vigilanza Rai ha anche tirato a sorteggio in modo imparziale l'assegnazione degli spazi.
Se la Cgil Fiom (metalmeccanici) fa parte del comitato referendario, Emilio Miceli segretario della Cgil Filctem (chimici, energia, tessili) ha detto l'altro giorno di essere «contrario a questo referendum che non coglie la complessità della questione».
Un allarme contro il referendum è stato lanciato dall'Assomineraria (Confindustria), che ha presentato un articolato dossier.

Greenpeace invece s'è impasticciata con il tema delle cozze. L'associazione aveva lanciato un allarme: i mitili raccolti sotto le piattaforme in Adriatico - diceva - sono contaminati e pericolosi per chi li mangia. Alcune Regioni hanno appoggiato l'allarme sulle cozze velenose. Gli allevatori di molluschi sono insorti, e Greenpeace ha dovuto precisare che i dati su cui era basato l'allarme alimentare erano ufficiali.
J.G.

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