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Bancarotta da 300 milioni, 9 anni all’immobiliarista Danilo Coppola

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la condanna del tribunale di roma

Bancarotta da 300 milioni, 9 anni all’immobiliarista Danilo Coppola

L'immobiliarista Danilo Coppola è stato condannato a 9 anni di reclusione per il crac da 300 milioni di euro provocato dal fallimento di una serie di società tra il 2007 e il 2009. Lo hanno deciso i giudici della decima sezione penale del Tribunale di Roma che hanno disposto altre nove condanne e quattro assoluzioni tra cui quella della moglie di Coppola, Silvia Necci. Alcune delle contestazioni, tra cui anche l'associazione a delinquere, sono cadute per intervenuta prescrizione.

Interdizione dai pubblici uffici e divieto di impresa
La condanna di Coppola, che tra le pene accessorie prevede anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’inabilitazione a fare impresa, risulta più lieve di quanto richiesto dal pm Paolo Ielo: 13 anni e sei mesi di carcere. Oltre all’imprenditore, i giudici hanno riconosciuto colpevoli anche il cognato Luca Necci (4 anni e 6 mesi) ed il legale Paolo Colosimo (2 anni e 3 mesi); condannata anche la commercialista Daniela Candeloro (4 anni) e Francesco Bellocchi (5 anni ed 8 mesi). Giuseppe Spiriti e Giuseppe Sangiorgio hanno avuto 2 anni; Andrea Raccis ha preso 5 anni, così come Gaetano Bolognese e Giancarlo Tumino. Molti degli imputati saranno tenuti anche al pagamento di una multa e al pagamento delle spese legali e di detenzione.

Rinvio sul crac di Porta Vittoria spa, si tratta sulla ristrutturazione del debito
Intanto i giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Milano che dovranno decidere sul futuro di «Porta Vittoria spa», il progetto immobiliare riferibile sempre a Coppola, chiedono certezze sulla sostenibilità finanziaria della società per i prossimi e decisivi mesi. È questo il senso del termine di una settimana (scadrà il prossimo 7 aprile) concesso oggi ai creditori della società, i quali dovranno fornire ai giudici la certezza di una disponibilità finanziaria che mantenga in vita Porta Vittoria. E questo per evitarne il fallimento così come chiesto dai pm Giordano Baggio e Mauro Clerici. La società è titolare di un importante progetto di sviluppo e riqualificazione immobiliare nell'area sud est di Milano, mai portato a termine per le difficoltà finanziarie. A gennaio di quest'anno Porta Vittoria aveva fatto richiesta di concordato preventivo per congelare i crediti vantati dall'istituto bancario Banco Popolare con un'esposizione di 230 milioni di euro, dalla Colombo costruzioni che è esposta per 30 milioni circa e dalla società immobiliare Ipi, ex società di Coppola ora riferibile a Massimo Segre. I tre creditori avevano inizialmente chiesto il fallimento della società, ma la loro posizione si è “ammorbidita” col passare del tempo e sarebbero adesso propensi per una procedura di ristrutturazione del debito (ex art 182 bis legge fallimentare) che andrebbe quindi nel senso di una continuità aziendale.

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