Prende la parola per primo e sottolinea subito alcuni aspetti che gli stanno a cuore: la vittoria della democrazia e la validità della riforma Pesenti. Giorgio Squinzi ha accanto a sé Vincenzo Boccia, il presidente designato a succedergli alla guida di Confindustria, primo banco di prova delle nuove regole. Ed esordisce proprio commentando la riforma, che egli stesso aveva annunciato quattro anni fa, nel discorso di avvio del mandato al vertice confindustriale: «l’elezione del nuovo presidente è la conferma della validità della riforma Pesenti, una grande prova di democrazia».
Lo scrutinio è finito da poco, 100 voti di Boccia a fronte dei 91 di Alberto Vacchi: «l’esito è stato incerto fino all’ultimo, ma ha vinto la democrazia». L’auspicio si Squinzi è che, superata la prova dei numeri, Confindustria resti unita: «mi auguro che al di là dell’apparente spaccatura si possa immediatamente ricomporre l’unità. Solo se saremo uniti e coesi saremo autorevoli e avremo la possibilità di contare di più».
Nei suoi quattro anni al vertice di Confindustria Squinzi ha lavorato con Boccia, che ha voluto nella squadra come presidente del Comitato tecnico per il credito e la finanza (nel 2012, all’arrivo di Squinzi, Boccia era presidente della Piccola industria e di conseguenza vice presidente). Una collaborazione che ieri ha sottolineato: «In questi anni ho avuto occasione di lavorare con Vincenzo Boccia - ha detto Squinzi - lo stimo molto, come stimo Alberto Vacchi. Penso che possiamo assicurare una linea di continuità a Confindustria», ed ha concludso con le parole «Enzo, in bocca al lupo».
Squinzi resterà comunque in carica per i prossimi due mesi, fino all’assemblea privata del 25 maggio che eleggerà il presidente. In questo periodo ci saranno appuntamenti importanti, come il convegno biennale del Centro studi, che si terrà a Parma venerdì e sabato della prossima settimana, dal titolo “Imprenditori, i geni dello sviluppo”, focalizzato sul ruolo degli imprenditori nella società, il rapporto tra imprenditori e imprese, quale cultura di impresa, come può cambiare la rappresentanza.
Anche dal punto di vista organizzativo ci sono passaggi di rilievo, come il rinnovo dell’accordo quadro tra Confindustria e Ance. Un tema che Squinzi e il presidente di Ance, Claudio De Albertis hanno affrontato ieri mattina nel Consiglio generale. «Confindustria ritiene questo accordo fondamentale per lo sviluppo di sempre migliori relazioni tra la confederazione e una filiera strategica per la crescita del paese», ha detto Squinzi. Che ha continuato: «De Albertis ha rimostrato grande sensibilità e apertura rispetto al sistema delle imprese, personalmente chiuderò il mio mandato con un accordo rinnovato in cui si consolideranno ulteriormente le relazioni tra Confindustria e il mondo delle costruzioni».
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