Gli abboccamenti tra Guido Bertolaso e Alfio Marchini proseguono. Ma per ora né l'ex capo della Protezione civile, candidato da Silvio Berlusconi per la Capitale, né l'imprenditore romano, che si fregia di correre «libero dai partiti», sembrano intenzionati a un passo indietro per costituire un'alleanza. A ribadirlo ieri è stato lo stesso Cavaliere. «Bertolaso non può essere un semplice esecutore di decisioni prese da altri», ha detto Berlusconi che però non nasconde la disponibilità al dialogo con l'imprenditore romano: «Non abbiamo nulla contro Marchini, ci piacerebbe che si aggiungesse a noi, perché la sua corsa solitaria toglie voti al centrodestra e favorisce solo la sinistra e i Cinque Stelle».
L'ex premier invita dunque Marchini ad affiancarsi al candidato forzista che è e resta in campo. L'imprenditore ringrazia ma di tirarsi indietro non ci pensa minimamente: «Noi abbiamo iniziato un percorso per Roma e con Roma» e «c'è un pezzo di città importante che crede in noi perché abbiamo dimostrato di essere liberi dai condizionamenti dei partiti che hanno mal gestito Roma in questi anni».
Ognuno per sé, insomma. Anche se manca ancora tempo alla presentazione delle liste e dunque non si può escludere che nel frattempo la situazione cambi. Una possibilità in cui continua a credere Giorgia Meloni, convinta che il favore dei sondaggi («mi danno a 3-5 punti dal ballottaggio») riusciranno a superare le resistenze del Cavaliere e del suo candidato: «Spero che alla fine si scelga sulla base di chi effettivamente si può giocare la partita per vincere».
In realtà, almeno a sentire il leader della Destra Francesco Storace, anch'egli candidato a Roma, l'accordo tra Berlusconi e la Meloni ci sarebbe già, visto che il Cavaliere «sta spalancando le porte di Mediaset a quella che considera un'avversaria. Ormai siamo al tele-Meloni».
Berlusconi intanto tira dritto e non sembra preoccupato dall'esito dei primi sondaggi su Bertolaso: «Sono troppo lontani dalla data delle elezioni, Bertolaso non ha mai fatto politica, è sempre stato un servitore dello Stato, dategli il tempo di farsi conoscere dalla gente...». Il Cavaliere però non vuole che il «caso Roma» vada oltre i confini della Capitale, mettendo a repentaglio l'alleanza con la Lega di Matteo Salvini. Insomma Roma non può diventare l'arena «per un regolamento di conti tra i partiti».
Anche a sinistra non si arrestano le scosse. Dopo il «no» dell'ex sindaco Ignazio Marino a una ricandidatura, ieri è arrivato il sostegno dei radicali al candidato del Pd Roberto Giachetti che proprio nel partito di Marco Pannella cominciò la sua avventura politica. L'appoggio è a Giachetti «e non al Pd», ha spiegato il segretario radicale Riccardo Magi nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato anche l'ex ministro degli Esteri Emma Bonino. A Milano, invece, il candidato sindaco radicale è Marco Cappato.
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