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Parte il piano Ue, i primi migranti espulsi dalla Grecia arrivano in Turchia

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l’intesa sui respingimenti

Parte il piano Ue, i primi migranti espulsi dalla Grecia arrivano in Turchia

Diventa operativo il piano di rinvio dei migranti previsto dall'accordo tra Bruxelles e la Turchia per limitare gli arrivi in Europa entrato siglato il 20 marzo scorso ed entrato in vigore dalla mezzanotte di ieri.

Portavoce Frontex: «Procedura calma e ordinata»
Tre navi turche con a bordo decine di migranti hanno lasciato le isole greche di Lesbo e Chios nella prima operazione di rinvio prevista dall'accordo firmato il 18 marzo scorso dall'Unione europea con Ankara. Poco prima delle 6 una piccola imbarcazione, Lesvos, e un catamarano più grande, Nezli Jale, hanno imbarcato 131 persone, perlopiù provenienti da Pakistan e Bangladesh, al porto di Mitilene, a Lesbo. Un portavoce di Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne, presente al porto ha dichiarato che «la procedura è stata molto calma, tutto è stato ordinato».

Interessati solo i migranti che non hanno chiesto asilo
Verso le 7 un'altra imbarcazione ha lasciato l'isola di Chios alla volta della Turchia. Alcune decine di attivisti e simpatizzanti hanno organizzato una manifestazione vicino alla nave, al grido di «Libertà». Il ministro dell'Interno turco, Efkan Ala, ha detto che la Turchia è pronta a ricevere oggi fino a 500 persone e che le autorità greche hanno fornito 400 nomi. Al momento Atene non ha fatto sapere quanti migranti saranno rinviati oggi in Turchia.
Ieri l'agenzia di stampa Ana ha riferito di circa 250 migranti provenienti da Bangladesh, Pakistan, Sri Lanka e Paesi africani che saranno rispediti ogni giorno tra oggi e la giornata di mercoledì. Yiorgos Kyritsis, portavoce dell'Unità greca di coordinamento per i profughi, ha ribadito oggi che l'operazione «riguarda solo persone che non hanno presentato richiesta di asilo».

Accoglienza turca tarata sulle 17mila unità
Questo primo gruppo di migranti, arrivato sulla costa turca, sarebbe stato trasferito su alcuni bus verso un centro di detenzione nella provincia settentrionale di Kirklareli, nei pressi del confine con la Grecia. Lo indicano fonti locali, dopo che la destinazione era stata annunciata dal ministro per gli Affari Europei di Ankara, Volkan Bozkir. A Kirlareli, ha aggiunto Bozkir, verranno avviate le procedure per la loro espulsione. Nel centro di Kirklareli, ha detto il ministro turco, verranno inviati solo i migranti non siriani. Nel gruppo giunto oggi dalla Grecia, la maggior parte sono pakistani. I rifugiati siriani, invece, saranno accolti nel campo già in funzione nella provincia meridionale di Osmaniye, a poca distanza proprio dal confine con la Siria. Secondo Bozkir, la capacità di accoglienza complessiva della Turchia per i rinvii è al momento di circa 11 mila posti, ma nelle prossime settimane verrà portata fino a 17 mila.

Al via anche le partenze dalla Germania
Intanto è atterrato ad Hannover, in Germania, il primo gruppo di rifugiati siriani partito dalla Turchia per essere ricollocato in Europa nell'ambito dell'accordo con Bruxelles. Lo riportano i media locali, secondo cui un altro gruppo di 35 siriani è atteso sempre oggi in Germania. Secondo media turchi, si tratta di almeno 16 siriani. Venerdì l'ambasciatore tedesco ad Ankara, Martin Erdmann, aveva anticipato l'invio di “circa 40 persone da Istanbul ad Hannover”, spiegando che sarebbe anche servito come “test” per la gestione dei ricollocamenti in Europa. Secondo quanto dichiarato oggi dal ministro turco per gli Affari europei, Volkan Bozkir, i rifugiati saranno mandati in Germania e poi, se previsto, smistati verso altri Paesi.

Boldrini: accordo con Turchia macchia per Ue
L'accordo tra l'Ue e la Turchia sull'immigrazione «è una soluzione che difficilmente funzionerà e ha già creato una macchia sulla reputazione della Ue come continente dei diritti umani. Mai e poi mai avrei pensato che si sarebbe arrivati fino a questo punto». Lo dice la presidente della Camera Laura Boldrini in un'intervista a Rai Isoradio.

Le tensioni sulle isole di prima accoglienza
Ieri, sull’isola di Chio la polizia antisommossa si è scontrata con i residenti locali durante una protesta contro le deportazioni lì pianificate. «Questo è il primo giorno di tempi molto duri per i diritti dei rifugiati. Nonostante le gravi lacune legali e la mancanza di un'adeguata protezione in Turchia, l'Ue sta andando avanti in un accordo pericoloso», afferma Giorgos Kosmopoulos di Amnesty International in Grecia.

Fermato italiano al confine Italia-Austria
Non si placa intanto la tensione al confine tra Italia e Austria dopo la decisione di Vienna di disporre controlli serrati al Brennero, anche con l'utilizzo di soldati, per limitare l’afflusso di migranti nel Paese privenienti dal Sude Europa. Un primo bilancio di una manifestazione di protesta al passo di confine promossa da circa 700 attivisti italiani registra il fermo di un cittadino italiano, dieci manifestanti feriti in modo lieve e cinque poliziotti austriaci ricorsi alle cure mediche dopo gli scontri con una cinquantina di manifestanti staccatisi dal corteo principale, e la ferrovia del Brennero interrotta per quasi un'ora.

La manifestazione indetta per “Agire contro la crisi”
Duro il commento del governatore del Tirolo, Guenther Platter che ha parlato di «violenza da contrastare in ogni modo e che attaccare i poliziotti non è cosa tollerabile». Il fermato è un uomo di 41 anni originario della provincia di Asti che potrebbe rispondere di violenza a pubblico ufficiale. Al momento del controllo non ha aveva fornito e proprie generalità. La manifestazione era stata indetta, sotto lo slogan «agire nella crisi», per protestare sia contro l'annunciata chiusura dei confini meridionali, quindi anche con l'Italia, da parte dell'Austria che per le politiche attuate dall'Unione europea.

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