Simona Vicari, sottosegretario al ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed ex sottosegretario allo Sviluppo Economico, racconta in una intervista ad Affaritaliani.it come sono andati i fatti in merito all'emendamento Tempa Rossa al centro delle polemiche dopo le dimissioni di Federica Guidi da ministro. “La regola è chiara: ogni componente del governo può presentare a nome del governo stesso un emendamento, ma non può farlo a titolo personale: tutto deve essere autorizzato dal Ministro dei Rapporti con il Parlamento”.
“Come sottosegretario delegato per le risorse minerarie ed energetiche ho seguito in commissione Attività Produttive e Ambiente il solo iter degli articoli di interesse del Mise, il 36, il 37 e il 38. L'emendamento relativo all'articolo 37 è, come ogni emendamento governativo durante questi passaggi, firmato dal sottosegretario in quel momento delegato a rappresentare il Governo. La mia firma era perciò doverosa, indipendentemente dalle mie opinioni personali sul suo contenuto. Il fatto, poi, che tale emendamento sia stato ritenuto inammissibile dal Presidente Realacci dovrebbe ricondurre tale vicenda nell'alveo della normalità. Non esiste alcun emendamento Vicari, non è mai esistito ed è in quel momento che si è esaurito il mio ruolo su questa vicenda, tanto che il contenuto di questo emendamento è stato poi sostanzialmente riformulato e addirittura subemendato durante la discussione della Legge di Stabilità 2015 in Senato”.
È vero che lei ha partecipato insieme al ministro Guidi a diversi incontri con le aziende?
“Noi incontravamo aziende dalla mattina alla sera, essendo il ministero dello Sviluppo Economico”.
Pressioni per far approvare quell'emendamento?
“No, non ci sono state. Però che il tema dello sviluppo delle attività estrattive nel nostro Paese sia un punto prioritario per il nostro Governo è vero. Sia per sfruttare al massimo ciò che abbiamo sia per garantire la massima sicurezza sul tema ambientale. Tanto che siamo stati tra i primi paesi in Europa a recepire la direttiva Ue sulla sicurezza nei nostri mari inserendo nel provvedimento anche misure oltre quelle richieste da Bruxelles, tanto che vengono perfino da fuori Europa a studiare cosa abbiamo deciso come governo”.
Quindi la madre dell'emendamento è il ministro Boschi?
“No, non la definirei la madre. Gli emendamenti vengono pensati, ideati e proposti dal ministero di riferimento, in questo caso lo Sviluppo Economico. Poi in alcuni casi questo lavoro viene fatto direttamente da Palazzo Chigi”.
Mi scusi, ma dove nasce allora esattamente l'emendamento in questione?
“Francamento non lo so. E non posso saperlo. Comunque è una sottigliezza. Sicuramente è un problema che il ministero dello Sviluppo Economico conosceva, su questo non c'è alcun dubbio. Poi se è stato pensato lì o altrove questo non lo so davvero”.
Certamente, però c'è stato l'avallo della Boschi...
“E' il compito istituzionale a lei delegato come ministro dei Rapporti col Parlamento. Attraverso di lei passano tutti gli emendamenti del Governo”.
Ma qualche perplessità sull'emendamento ce l'aveva...
“Sì, ma solo sulla compatibilità di materia”.
Il Governatore Emiliano ha detto che ha avuto un colloquio con lei chiedendo nuovi incontri col ministro Guidi o con una autorità superiore ma poi quegli incontri non ebbero luogo. E' vero?
“Sì, è così. I tre Governatori - di Calabria, Puglia e Basilicata - hanno scritto una lettera al ministro perché volevano un incontro sullo Sblocca Italia prima del via libera al referendum. La lettera dei Governatori è stata mandata al ministro ed è poi stata girata a me. Dall'ufficio di gabinetto mi hanno chiesto di provvedere, sicché io ho ricevuto i tre Governatori il 29 luglio 2015. In quell'occasione mi hanno spiegato che si sentivano esautorati chiedendo un'interlocuzione forte con il governo, o con il ministro Guidi o con Palazzo Chigi, per proporre modifiche allo Sblocca Italia. Io ho riferito tutto all'ufficio di gabinetto e quindi al ministro, visto che avevo promesso entro una settimana una risposta ai Governatori. Credo che alla fine nessuno li abbia ricevuti dato che sono andati avanti con il referendum. Non so se abbiano avanzato la stessa richiesta di un incontro anche a Palazzo Chigi”.
© Riproduzione riservata