Italia

Guidi domani dai pm, le «distanze» da Gemelli

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

Guidi domani dai pm, le «distanze» da Gemelli

  • –Ivan Cimmarusti

POTENZA

Chiarire l’iter per l’approvazione dell’emendamento “pro Total” nella legge di Stabilità 2015 e della norma per lo sblocco degli stanziamenti previsti nella Legge navale 2014 per l’ammodernamento della flotta italiana, una partita per complessivi 5,4 miliardi.

Di entrambi dovrà parlare domani con i pubblici ministeri Federica Guidi che ha lasciato l’incarico di ministro dello Sviluppo economico dopo la pubblicazione della trascrizione delle telefonate con il suo compagno, l’imprenditore Gianluca Gemelli. Il quale sia nel primo sia nel secondo caso avrebbe avuto un interesse preciso, un ritorno in termini di appalti. L’ex ministra sembra ora prendere le distanze da Gemelli: fonti a lei vicine riportate dall’Ansa chiariscono che Gemelli è il «padre di suo figlio», ma non ha mai convissuto e non ha interessi comuni né ha conti cointestati. Le stesse fonti fanno sapere che i due si vedono da tempo solo ogni 7-15 giorni e che sono la Guidi e la sua famiglia che hanno sempre provveduto alle necessità del figlio. Questo nel giorno in cui è stata resa nota un’altra intercettazione fra i due, del luglio 2014, in cui l’ex ministra si rivolge al compagno, quasi in lacrime, dicendo «mi stai utilizzando». L’ex ministra, che comparirà domani dinanzi ai magistrati della Procura di Potenza in qualità di persona informata sui fatti, sta ricostruendo l’agenda degli incontri, la memoria dei colloqui ma soprattutto il ruolo di Gemelli.

Il procuratore aggiunto Francesco Basentini e il sostituto procuratore Laura Triassi dovranno chiarire con la Guidi il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche. Una, in particolare, in cui parla di un presunto “accordo” con il ministro per i Rapporti col parlamento, Maria Elena Boschi, che nella sua audizione ha già smentito questo particolare confermando che l’emendamento arrivava comunque dal Mise.

C’è da dire che il nome dell’ex ministro non è iscritto nel registro degli indagati, in quanto l’inserimento o la presunta sponsorizzazione dell’emendamento non sono sotto inchiesta, rientrando nelle legittime attività di governo. Sotto inchiesta c’è il ruolo del compagno, che avrebbe utilizzato il nome dell’ex ministro in almeno due occasioni: la prima con la Total, nella speranza di ottenere dal colosso petrolifero appalti; la seconda, invece, riguarda un appalto cui avrebbe puntato nel porto di Augusta. Una commessa, quest’ultima, che vedrebbe sullo sfondo, ancora una volta, forti interessi petroliferi di Gemelli in concorso con altri soggetti, uno dei quali un importante imprenditore – non indagato – in cui parla nelle intercettazioni telefoniche dell’oro nero. In questo filone risultano indagati con Gemelli anche Nicola Colicchi, ex consulente della camera di commercio di Roma, l’ex direttore generale del Mef Valter Pastena e il capo di Stato maggiore della marina militare, Giuseppe De Giorgi, il quale assicura che «presto sarà tutto chiarito».

Nei confronti di tutti sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, traffico illecito di influenze e concorso in abuso d’ufficio. Secondo i magistrati il nodo per favorire gli interessi di Gemelli nel porto di Augusta è racchiuso nel ruolo di Pastena. L’ex direttore generale del Mef avrebbe avuto – su impulso di Gemelli e Colicchi – il compito di snellire la procedura relativa all’erogazione di 5,4 miliardi di euro stanziati dalla Legge Navale del 2014, una norma fortemente voluta dall’ammiraglio De Giorgi. Per rendere più veloci le erogazioni, inoltre, sarebbe intervenuta la stessa Guidi, allora ministro, con una nota inviata al presidente della Camera, Laura Boldrini.

Per lo “snellimento” delle attività burocratiche Gemelli avrebbe chiesto in cambio a De Giorgi un importante appalto, che di riflesso gli avrebbe consentito di guadagnare milioni di euro. Agli atti di questo filone d’indagine risultano esserci svariate intercettazioni in cui si parla di un business da capogiro.

Aggiornamento del 25 marzo 2019
“Il 5 dicembre 2016 la Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione del procedimento, nei confronti degli indagati, in particolare della posizione di Valter Pastena, richiesta accolta dal Gip in data 28 dicembre 2016”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA