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Lobby, Ddl in stallo ma il governo studia lo sprint

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Lobby, Ddl in stallo ma il governo studia lo sprint

L’inchiesta di Potenza sulle estrazioni petrolifere in Basilicata sta resuscitando un tema che ormai tanti davano per morto: la regolamentazione delle lobby. «Dobbiamo cercare di arrivare ad avere una legge», ha detto ieri a Porta a Porta la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi. «La stiamo discutendo in commissione al Senato, mentre alla Camera c’è una proposta di autoregolamentazione». Finora il governo, a parte alcune dichiarazioni di intenti, non si era mosso. Ma le parole di Boschi, sull’onda delle dimissioni della ministra Federica Guidi e delle indagini sul compagno Gianluca Guidi accusato di «traffico di influenze illecite» , segnalano la volontà di accelerare. Come, è ancora tutto da decidere.

La strada più semplice è lavorare a un testo di iniziativa governativa da far confluire nel pacchetto di ddl in stallo in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama da ormai un anno. Sono in molti ad aspettarselo. In commissione l’iter si era fermato alla presentazione di 250 emendamenti al testo base adottato, quello a prima firma Louis Orellana (espulso dal M5S, ora nel gruppo Per le autonomie). Tra le novità l’istituzione di un pubblico registro dei lobbisti, sanzioni e un comitato per il monitoraggio presso il segretariato generale della presidenza del Consiglio. Ma questa soluzione non consente tempi brevi: la commissione deve affrontare il capitolo spinoso del conflitto d’interessi, già approvato dalla Camera, e la riforma del sostegno all’editoria. Anche per sbloccare l’impasse Orellana, con il collega Lorenzo Battista, aveva trasformato il suo testo in un emendamento alla legge sulla concorrenza. «Ma - racconta - ci sono state critiche della Bilancio sulla copertura e tutto si è fermato». E incerto è lo stesso destino del ddl concorrenza, in stand-by fino alla nomina del nuovo ministro dello Sviluppo economico.

A Montecitorio, invece, si potrebbe arrivare a trovare presto una quadra, ma limitatamente ai lobbisti che transitano dal palazzo: venerdì scade in Giunta per il regolamento il termine per presentare emendamenti al testo redatto da Pino Pisicchio, presidente del gruppo Misto, che prevede la creazione di un «registro dei soggetti che svolgono attività di relazione istituzionale nei confronti dei deputati» che sarà pubblicato sul sito di Montecitorio. Nessuna modifica del regolamento, che comporterebbe l’incognita del passaggio in Aula: l’intenzione è varare il testo come protocollo d’intesa sperimentale, fino a fine legislatura. «Ci permette di verificare se il sistema funziona», spiega Pisicchio, che è ottimista: «Entro fine aprile potrebbe essere approvato». La convergenza in effetti sembra esserci. Anche se i Cinque Stelle, che da sempre invocano paletti per i lobbisti, non si dicono soddisfatti. «Il testo - sostiene Danilo Toninelli - demanda all’Ufficio di presidenza il compito di decidere le sanzioni per chi viola le regole. Noi chiediamo di obbligare anche i deputati a confermare e motivare ogni incontro e di inserire una doppia sanzione: la cancellazione da 30 giorni a 3 anni per il lobbista inadempiente e la decurtazione del 10% della diaria mensile per il deputato che non comunica l’incontro». Senza sanzioni, aggiunge, «noi ci asterremo».

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