C’era un «fuoco incrociato» sull’allora ministro allo Sviluppo economico (Mise), Federica Guidi. Vittima di una presunta organizzazione a delinquere denominata «quartierino romano» capeggiata dal compagno della Guidi: l’imprenditore Gianluca Gemelli. È il contenuto di un’informativa investigativa giunta sulla scrivania del procuratore capo di Potenza Luigi Gay, dell’aggiunto Francesco Basentini e del sostituto Laura Triassi, che coordinano l’inchiesta sul petrolio in Val d’Agri.
Partendo dall’oro nero lucano, l’indagine ha portato gli investigatori della squadra mobile di Potenza, al comando di Carlo Pagano, a ipotizzare l’esistenza di una presunta «rete» di rapporti trasversali intessuti da Gemelli per i suoi interessi personali: appalti e commesse per la sua società di servizi, nomine. Con la complicità, ritengono alla squadra mobile, di Nicola Colicchi, ex consulente della Camera di Commercio di Roma; di Valter Pastena, ex dg del ministero dell’Economia e delle finanze; e con l’appoggio, racconta l’informativa, di Paolo Quinto - non risulta indagato - stretto collaboratore di Anna Finocchiaro (Pd). Pastena, Colicchi e Gemelli sono indagati a vario titolo per associazione a delinquere, traffico di influenze e abuso di ufficio.
Un lungo capitolo è dedicato al ruolo di Pastena. L’ex dg del Mef passato con una consulenza al Mise racconta che deve portare un «regalo» a Gemelli. Si tratterebbe, secondo la polizia di Stato, di atti giudiziari avuti «dagli amici carabinieri» legati all’indagine sulla mafia in Emilia Romagna in cui è stato tirato in ballo il nome del ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio. L’ipotesi dell’informativa è che si possa trattare di un dossieraggio contro Delrio. «Io ti devo parlare da vicino ma proprio da vicino, molto da vicino (...) tutte cose che addirittura ti puoi togliere pure qualche sfizio (...) ma serio ti puoi togliere qualche sfizio..eh? (...) Tieni conto che i carabinieri prima che tu venissi là, sono venuti a portarmi il regalo in ufficio. Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito sto casino usciranno le foto di Delrio Cutro con i mafiosi... Tu non ti ricordi quello che io ti dissi, che c’era un’indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i Cutresi, quelli della ’ndrangheta... (...) ... no, te l’ho detto, perché chi ha fatto le indagini è il mio migliore amico, e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi».
Ma la Guidi muove pesanti accuse anche contro l’allora viceministro al Mise, Claudio De Vincenti: secondo la ministra, che lo racconta a Gemelli, De Vincenti voleva prendere il suo posto. «Guidi – scrivono gli investigatori – ribadiva che De Vincenti era la sua rovina, che doveva stare molto attenta a lui, perché sapeva tutto». Inoltre, aggiunge l’ex ministro a Gemelli, «però siccome è diciamo amico di quel tuo clan lì, sappi… perché oltre tutto lui lì è uno che sa le cose». La Guidi in questa intercettazione con il compagno insiste su De Vincenti e cita poi la sua «fida amica Finocchiaro, Paolo Quinto, siccome lo portano tutti in palmo di mano». Il nome della Finocchiaro, citata da Gemelli e dalla Guidi, ritorna alcune volte nell’informativa: nelle intercettazioni Colicchi e Gemelli parlano persino della candidatura poi sfumata della parlamentare Pd alla presidenza della Repubblica.
I magistrati stanno vagliando le intercettazioni per chiarire se il contenuto sia reale o, com’è evidente in molti casi, millanterie. Restano palesi le pressioni di Gemelli sulla compagna: «Presentami l’amministratore delegato della Drilling, presentami l’amministratore delegato di Shell, di Total, di Tamoil». Guidi e Gemelli hanno una violenta litigata, annota la squadra mobile, perché, tra l’altro, «lo stesso Gemelli rinfacciava alla Guidi di essersi interessata invece per il presidente degli Aeroporti Toscani (Marco Carrai, ndr) mettendosi a sua completa disposizione». L’informativa contiene anche altri particolari tutti da chiarire e dimostrare.
C’è, per esempio, il capitolo dedicato al tentativo presunto o almeno dichiarato da parte di Gemelli di far nominare Franco Broggi, della società Tecnimont, in una società pubblica come Enel o Eni. La richiesta sarebbe stata fatta alla stessa Guidi. Tuttavia ci sarebbero, secondo Gemelli che è intercettato con Broggi, dei problemi. «Io ti volevo solo dire quello che sto facendo ...Allora, Federica l’ho messa in croce, gli ho detto “senti,figlia mia, ma io non...” perché l’hanno fatta incazzare Renzi, poi c’è ’sto testa di c... di questo qua di Luxottica, come si chiama, Andrea Guerra (...) che glielo hanno messo a controllare la cosa dell’acciaieria e l’Ilva! E le stanno rompendo...ho detto “senti tu mollali”». Sempre Gemelli dice che la compagna le avrebbe detto sul fronte nomine che «Gianluca, io c’ho Luca Lotti che mi sta massacrando, su ogni cosa di queste ci mette il becco». Gemelli, inoltre, qualcosa ce l’avrebbe da dire anche sul ministro dell’Interno, Angelino Alfano, accusato di aver «piazzato» una persona in Eni: «Non immagino fosse un bordello di questo genere – dice Gemelli - cioè perché tu (Broggi, ndr) devi figurare ad esempio nel consiglio di amministrazione di Eni, poi dicono che sono tutta gente super forte, cioè c’hanno messo l’avvocato di quello» aggiunge Gemelli «che è agli interni, Alfano, cioè ci mettono i personaggi dei capi partito, capito? Non politici, capi partito».
Aggiornamento del 25 marzo 2019
“Il 5 dicembre 2016 la Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione del procedimento, nei confronti degli indagati, in particolare
della posizione di Valter Pastena, richiesta accolta dal Gip in data 28 dicembre 2016”.