Erano circa le 15 quando la delegazione egiziana ha lasciato la Scuola superiore di polizia a Roma, al termine dei lavori nel primo giorno dell’incontro con gli inquirenti italiani. Un vertice voluto per far luce sulla scomparsa del giovane ricercatore italiano trovato morto, torturato al Cairo due mesi fa. Soltanto domani, al termine del secondo giorno di incontro, con un comunicato congiunto la Procura della Repubblica di Roma e i componenti della delegazione egiziana daranno informazioni sugli esiti del confronto.
L'unica informazione trapelata dunque sul vertice investigativo di oggi è che c'è stato uno scambio reciproco di informazioni. In particolare, gli investigatori italiani hanno informato gli egiziani dell'esito dell'autopsia di Giulio Regeni fatta a Roma dopo il rientro della salma e degli elementi forniti dall'esame del computer del ricercatore che fu consegnato alla Procura dai suoi genitori. Per quanto riguarda la delegazione egiziana, invece, le informazioni si sarebbero riferite agli accertamenti successivi al 14 marzo scorso, data in cui il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone e il pubblico ministero Sergio Colaiocco si recarono al Cairo per scambiare informazioni con gli investigatori egiziani.
Media, forse visita inquirenti Egitto a genitori
È «probabile che qualche componente della delegazione» di inquirenti egiziani in missione a Roma «incontri la famiglia di Giulio Regeni per presentare condoglianze e rispondere a tutte le domande che essi desiderino porre», ha scritto il sito dell'informato quotidiano egiziano “Al Masry Al Youm” citando «una fonte giudiziaria».
La famiglia di Giulio Regeni, però, «finora non è stata in alcun modo contattata, per un incontro, dagli inquirenti egiziani in questi giorni in Italia» riferisce il legale della famiglia stessa, Alessandra Ballerini.
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