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Bufera Riina jr, in Rai controlli rafforzati

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Bufera Riina jr, in Rai controlli rafforzati

Roma - I vertici della Rai, e il presidente Monica Maggioni in particolare, prendono le distanze dall’intervista di Bruno Vespa al figlio di Totò Riina. Il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto annuncia dal 1° settembre un controllo della direzione informazione sui tutti i contenuti giornalisti, anche dei programmi d’intrattenimento.

La denuncia del presidente del Senato Pietro Grasso va ad aggiungersi alle critiche all’intervista arrivate durante l’audizione dei vertici Rai davanti alla commissione Antimafia. Secondo Grasso, «il fenomeno va trattato con cura, è delicato e non si può banalizzare Il servizio pubblico non si deve prestare a operazioni commerciali e culturali di questo tipo, deve imporre un diverso grado di responsabilità e serietà». Il presidente del Senato ha aggiunto: «Quando sono andato alla Rai la liberatoria mi è sempre stata fatta firmare prima, anche quando si trattava di registrazioni. Se il figlio di Riina ha firmato dopo aver visto il filmato è un segno di grande rispetto da parte della Rai». Michele Anzaldi, Pd, segretario della Vigilanza, ha chiesto alla Rai di verificare con un audit interno sulla liberatoria al figlio di Riina, e di riferirne mercoledì prossimo quando il direttore di RaiUno, Andrea Fabiano, sarà in Vigilanza, «perchè la denuncia di Grasso non può rimanere inevasa».In commissione Antimafia, il presidente Rosy Bindi ha ricordato il precedente dell’ospitata dei Casamonica e le rassicurazioni dell’allora direttore di RaiUno, Giancarlo Leone. Di fronte a tanto disappunto, ha chiesto la Bindi, e al “dispiacere” espresso dal presidente della Repubblica, «perché la Rai ha deciso di andare avanti? E quali sono state le condizioni poste da Riina junior per rilasciare l’intervista? È stato pagato?». Sarà il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto a escludere qualsiasi pagamento nella replica finale. Il presidente della Commissione denuncia anche «il negazionismo a cui ha prestato il fianco l’intervista, in un momento di riorganizzazione di Cosa Nostra».

«Nella storia della Rai non esiste il negazionismo - risponde il presidente Monica Maggioni - la ferita mafiosa è l’oggi, le vittime e il boia non devono avere pari dignità di racconto. Intervenire a priori avrebbe avuto il sapore della censura a chi ha una lunga storia professionale». Ma, per il presidente della Rai «risentire quel racconto è insopportabile, non rinnega il padre, dà un’intervista da mafioso, qual è. La Rai non è appiattita su un momento, racconta ogni giorno le storie chi combatte le mafie, con i suoi 1.800 giornalisti e i 13mila dipendenti». Per Campo Dall’Orto, la Rai «è in una fase di transizione, tutto è comunicazione e il contenuto giornalistico dell’intrattenimento come dell’informazione delle testate verrà sottoposto, dal 1° settembre, alla supervisione della direzione informazione. E il direttore dell’informazione Rai Carlo Verdelli ci ha detto che l’intervista era giornalisticamente difendibile». Federazione della Stampa e Usigrai giudicano la supervisione «in chiara violazione della legge e del contratto di lavoro». Molti membri della commissione Antimafia hanno criticato le modalità dell’intervista. Lumia, Pd, in particolare la “legge” come un «salto di qualità del figlio di Riina, che si propone come capo, ha parlato anche al popolo della Mafia, definendo traditori i collaboratori di giustizia, che nel linguaggio mafioso vuol dire: vanno eliminati».

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