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Banche salvate, verso intesa a Bruxelles sui rimborsi

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Banche salvate, verso intesa a Bruxelles sui rimborsi

ROMA

Da Bruxelles una buona notizia e un no comment da leggere come “nessuna nuova, buona nuova”. La buona notizia l’ha data un portavoce della Commissione , il quale ha detto che l'Italia e la Commissione europea hanno trovato un accordo «su importanti parametri» per il fondo di rimborso per gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche poste in risoluzione.

Il no comment da interpretare in senso positivo, in relazione alla libertà d’azione dei soggetti economici italiani, è la risposta a una domanda sui a piani a cui si sta lavorando per affrontare, con due nuovi veicoli finanziari, il problema dei crediti in sofferenza (Npl) e quello delle ricapitalizzazioni nel sistema bancario italiano. Le notizie in questo caso, come si sa, sono trapelate dopo il vertice di martedì scorso a Roma a cui hanno partecipato il governo, Bankitalia, la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e le grandi banche - per affrontare con nuovi veicoli finanziari il problema dei crediti in sofferenza (Npl) e quello delle ricapitalizzazioni nel sistema bancario italiano.

La Commissione ha fatto sapere di non essere stata stata attivamente coinvolta, almeno finora, nella discussione sui nuovi piani, anche se resta in contatto con il governo. D’altra parte, non c’è obbligo di notifica all’Antitrust comunitario se si tratta di soluzioni di natura completamente privata, o comunque di operazioni condotte a condizioni di mercato (anche se coinvolgono investitori pubblici); se, insomma, non c’è alcun dubbio sull’assenza di possibili aiuti di Stato.

Tornando al tema dei rimborsi, con un sostanziale disco verde acquisito presso Bruxelles, potrebbe dunque materializzarsi presto un nuovo decreto- legge, che traduca in norme i nuovi parametri concordati con l’Europa, in modo da allargare le maglie degli indennizzi ai risparmiatori delle 4 banche salvate dal governo che hanno visto azzerati i loro investimenti.

Il viceministro all'Economia, Enrico Morando, ha tenuto a sottolineare che: «Adesso le condizioni per procedere nel giro di poco tempo ci sono e le useremo». Sul perchè sarà comunque necessario un altro intervento legislativo, Morando ha chiarito che «se avessimo fatto il dpcm e il decreto ministeriale, ovviamente avremmo dovuto farlo sulla base della legislazione vigente, ma noi pensiamo che siano maturate le condizioni per un allargamento delle maglie di accesso al ristoro e quindi per modificare la legge di stabilità in questa direzione. Lo faremo nei prossimi giorni. Trattandosi di modificare una legge, ovviamente ci vuole un'altra legge». Naturalmente, l’allargamento delle maglie non potrà che comportare un incremento delle risorse da destinare agli indennizzi.Infatti, sempre secondo il viceministro dell’Economia «qualora l'accesso al fondo dovesse diventare più agevole, magari con un'importante componente di automaticità, sarebbe necessario adeguare la dotazione del fondo stesso, evidenziando peraltro come il governo non intenda farsi frenare da tale esigenza, non ritenendo di smentire in tal modo le sue stesse affermazioni, secondo le quali le dimensioni del fondo non costituiscono un problema».

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