Italia

«Banche capaci di risolvere criticità da sole»

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

«Banche capaci di risolvere criticità da sole»

  • –Davide Colombo

cernobbio

Le previsioni sull’economia reale per quest’anno sono di una crescita maggiore di quella dell’anno scorso e il deficit scenderà, come pure farà il debito pubblico. Il giorno dopo il varo del terzo Def del Governo Renzi il ministro Pier Carlo Padoan è a Cernobbio per la giornata conclusiva del workshop The European House - Ambrosetti. E apre il suo intervento nel dibattito moderato dal direttore del Sole 24Ore, Roberto Napoletano, con una sottolineatura sui fondamentali del nuovo quadro macroeconomico messo a punto dai suoi tecnici: «Se si fanno i confronti con le previsioni di sei mesi fa - spiega il ministro - il discorso lo si deve fare per tutti: tutti hanno abbassato le previsioni poiché il quadro internazionale è molto peggiorato e l’incertezza internazionale è aumentata». Proprio questo contesto di maggiore incertezza che il Governo conferma per intero tutta la sua strategia di politica economica orientata alla crescita in un quadro di consolidamento dei saldi di bilancio.

Nel suo intervento Padoan ha ricordato le criticità di lungo periodo che pesano sull’economia nazionale e «che vanno indietro di un paio di decenni». A questi ritardi si sono aggiunti i problemi scatenati dalla crisi «che ha determinato una situazione molto seria in termini di perdita di potenziale». Uno dei segni più profondi lasciati dalla recessione (o depressione come l’ha definita l’economista Luigi Zingales, presente al convegno e che il ministro ha citato a più riprese) è nei bilanci delle banche italiane. Il sistema resta solido - dice Padoan - ma non mancano gli elementi di criticità che, tuttavia, «si stanno risolvendo all’interno del sistema bancario con le energie e le risorse del sistema stesso». Il riferimento è al progetto di costituzione di un fondo per la gestione dei non performing loans, che il ministro non cita direttamente assicurando però che le energie e le risorse del sistema bancario coinvolte nell’operazione troveranno supporto in «misure di accompagnamento di tipo normativo da parte del governo, come già fatto l’estate scorsa e come continueremo a fare».

Mentre il ministro parlava a Cernobbio sul sito del Mef non era ancora apparso il testo finale del Def varato venerdì sera con la sua previsione di un disavanzo all’1,8% nel 2017 a fronte di una crescita dell’1,4% (in espansione di due decimali su quella prevista per quest’anno). Padoan a quel documento ritorna a più riprese nel suo discorso per respingere «con grande forza» le affermazioni sempre più ricorrenti secondo cui «la spinta per le riforme del Governo si stia esaurendo». Per lui è vero il contrario: l’impegno per l’implementazione delle riforme è costante e importante come quello servito per la loro approvazione: «Lo si vede in alcuni campi, il mercato del lavoro, anche se lo si deve vedere molto di più, ma lo si vedrà, lo si vede nelle banche e nella giustizia civile, anche qui lo si dovrebbe vedere di più ma lo si vedrà». Gli impatti delle riforme, che nel loro insieme dovrebbero valere 2,2 punti di Pil entro il 2020, si devono leggere nel breve ma anche nel medio-lungo periodo, ha poi aggiunto il ministro, annunciando l’arrivo a breve del nuovo pacchetto di interventi di “finanza per la crescita”, destinato tra l’altro a rafforzare la strumentazione per i finanziamenti non bancari alle imprese quasi in contemporanea con l’implementazione prevista in giugno del Tltro2 della Bce, interventi non convenzionali a loro volta congegnati per espandere gli impieghi bancari.

Insomma le politiche economiche adottate fin qui hanno funzionato - è la conclusione - e quindi il Governo non cambierà agenda: riforme, tagli di tasse e incentivi alle imprese. Poco prima del suo intervento nella sessione a porte chiuse del workshop Padoan aveva assicurato ai microfoni di Skytg24 che il governo «usa e userà tutti gli spazi di bilancio disponibili per continuare ad abbattere la pressione fiscale che già sta scendendo». E anche l’ultimo messaggio sintetico del suo intervento si riaggancia al tema della flessibilità nelle regole fiscali dell’Unione: «Le sfide per l’Europa non sono austerità versus flessibilità ma sono avere posizioni comuni verso i migranti, verso il terrorismo e verso la disoccupazione giovanile» dice Padoan ricordando il documento di febbraio in cui l’Italia propone ai partner europei una riflessione su una nuova governance dell’Ue: «Abbiamo messo sul tappeto un invito al ragionamento, un’offerta alla discussione e pensiamo che sia maturo il tempo per l’Ue di ragionare serenamente a tutto campo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA