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Il presidente della Consulta Grossi: «Al referendum trivelle si deve…

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relazione annuale

Il presidente della Consulta Grossi: «Al referendum trivelle si deve votare». Galletti si schiera per il no

Al referendum sulle trivelle «si deve votare: ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto. Ma credo si debba partecipare al voto: significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d’ identità del buon cittadino». L’appello al voto a sei giorni dal referendum di domenica sulle trivelle viene dal presidenta della Consulta Paolo Grossi in occasione della presentazione della relazione sulle attività 2015 della Corte costituzionale.

E intanto il ministro dell’Ambiente ha sciolto la riserva sul proprio voto al referendum di domenica prossima sulle trivelle. E annunciato: «Andrò a votare e sosterrò le buone ragioni del No», puntualizzando di aver «sempre ritenuto tutte pienamente legittime le posizioni in campo nel referendum sulle trivellazioni, compresa quella di chi sceglierà l'astensione puntando al mancato raggiungimento del quorum»

Alla presentazione della relazione sulle attività 2015 della Corte costituzionale Grossi lancia allarmi organici: «La qualità della nostra magistratura è egregia, ma c’è un difetto di organizzazione: troppo pochi giudici e un carico eccessivo di lavoro». Quanto al delicato e attualissimo tema delle norme sulle intercettazioni, Grossi si trincera dietro un no comment: «Sarebbe un’interferenza» dice.

Quanto ai dati presentati oggi, nel 2015 la Corte costituzionale ha pronunciato 276 sentenze. Si tratta del dato più basso degli ultimi venti anni. Rispetto al 2014 il numero delle decisioni è sceso del 3,5 per cento. Un decremento che diventa molto più significativo (-15,33%) se si confronta con i dati del 2013. La diminuzione dei valori rispetto al passato è dovuta alla minore quantità di atti di promovimento, in particolare delle ordinanze di rimessione (310 nel 2012, 286 nel 2013, 266 nel 2014). Lo scorso anno però, con riferimento al giudizio in via incidentale, si è riscontrata un’inversione di tendenza rispetto al passato. Sono infatti arrivate alla Corte costituzionale 348 ordinanze di rimessione. Un aumento che, molto probabilmente, incidera' sul numero delle sentenze dell'anno in corso.

Quanto alla durata media dei processi di fronte alla Corte Costituzionale, tra la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'atto di promovimento e la trattazione della causa, il presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi ha sottolineato che si attesta «in media intorno all'anno, risultando però anche più che dimezzata nel caso di questioni sollevate in giudizi che coinvolgevano un detenuto».

Aumentati del 35% i giudizi pendenti
Balzo in avanti dei giudizi pendenti davanti alla Corte Costituzionale, che crescono del 35%. A gennaio 2015 - come riuslta dalla relazione annuale della Consulta - risultavano pendenti 400 decisioni mentre a fine anno la pendenza ammontava a 540 questioni. Un aumento provocato da 478 atti di promovimento a fronte della definizione di 338 giudizi. In particolare ha inciso sulla crescita dell'arretrato un forte aumento della conflittualità tra Stato e Regioni. Sono cresciuti molto gli atti di promovimento del giudizio in via incidentale con un trend anomalo rispetto agli ultimi anni quando invece questo tipo di giudizi diminuiva.

52,53% delle decisioni sono casi promossi dai giudici
Su 276 decisioni prese dalla Corte costituzionale nel 2015 , 145 sono giudizi di legittimità costituzionale in via incidentale, ovvero questioni sollevate nel corso di un processo da un giudice, pari al 52,53% del totale. Il giudizio in via principale (lo Stato che contesta una legge regionale o viceversa) si attesta al 40,94% delle controversie definite nell'anno. Il giudizio in via incidentale ha registrato rispetto agli anni passati un decremento delle decisioni che sono passare dalle 171 del 2014 alle 145 del 2015. Nonostante cio' rappresenta la fetta piu' importante del contenzioso costituzionale al contrario di quanto accaduto nel 2012 e 2013, anni in cui il contenzioso tra Stato e Regioni aveva raggiunto il valore piu' alto in percentuale.

Grossi: 38 sentenze di accoglimento su 145 giudizi incidentali

Bacchettata del presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, alla magistratura italiana: su 145 pronunce della Consulta relative ai giudizi incidentali, ovvero quelli proposti dal giudice ordinario, sono solo 38 le sentenze di accoglimento. Lo ha rilevato Grossi durante la sua relazione annuale.

Presidenza del Consiglio intervenuta in 148 giudizi
La presidenza del Consiglio dei ministri ha avuto una significativa presenza nei giudizi. È intervenuta «in 148 dei giudizi incidentali originati dai 200 atti di promovimento, confermando una netta propensione alla 'difesa' delle leggi statali denunciate» ha sottolineato il presidente Grossi. Aggiungendo che «nei giudizi in via principale risulta parte ricorrente in 44 casi e resistente in 74; nei giudizi per conflitto tra enti e' stato parte ricorrente in un solo caso e resistente in altri nove; nei giudizi per conflitto tra poteri risulta presente una sola volta, come ricorrente».

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