Il disegno di legge di riforma costituzionale, detto ddl Boschi per il ruolo centrale avuto dalla ministra delle Riforme nei sei passaggi parlamentari, ha ottenuto l'ultimo via libera dalla Camera. Con 361 voti a favore la riforma del bicameralismo e del titolo V esce dal Parlamento per essere sottoposta al voto popolare. Il referendum che verrà richiesto adesso sia dalla maggioranza che dalle opposizioni si dovrebbe tenere ad ottobre.
La temuta seduta-fiume con interventi ad oltranza di tutti i deputati dei gruppi di minoranza è saltata e M5S, Fi, Lega e Sel hanno deciso di limitarsi all'Aventino: non hanno partecipato al voto finale.
«Godiamoci il momento, è un risultato storico dopo trent'anni di lavoro. Siamo molto soddisfatti» sono le parole del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi dopo il voto della Camera sulla riforma costituzionale. E ha sottolineato che la maggioranza è stata «ampia». «È una giornata storica - ha aggiunto - una maggioranza molto ampia ha detto sì alla riforma costituzionale dopo due anni di lavoro e trent'anni di tentativi falliti. Con questa riforma il sistema istituzionale sarà più semplice, saranno date risposte in tempi certi ai cittadini e ai loro bisogni e con un po' meno politici il sistema funzionerà meglio» ha spiegato il ministro delle Riforme in un'intervista al Tg1.
Boschi: Fi-Lega hanno cambiato idea per motivi politici
«Dispiace quando le opposizioni lasciano l'aula. Tutti noi siamo pagati per fare il nostro lavoro in aula. Governo e maggioranza hanno fatto di tutto per coinvolgerli e per un lungo periodo con Lega e Fi siamo riusciti a scrivere le riforme insieme, poi hanno cambiato idea per motivi politici» ha replicato la Boschi a proposito dell'atteggiamento delle opposizioni sul voto finale alle riforme costituzionali. A proposito della richiesta della minoranza dem di non trasformare il referendum costituzionale in un plebiscito sulla persona del premier ha aggiunto: «Credo che sia un atto di serieta', da parte di un governo che nasce per portare avanti le riforme costituzionali che si erano interrotte, chiedere ai cittadini se sono d'accordo» con quelle riforme, «ma poi assumersi la responsabilita' con serieta'».
Renzi: una giornata storica
«Una giornata storica, la politica dimostra di essere credibile e seria», ha commentato il premier Matteo Renzi. «Dopo che per 30 anni queste riforme sono state soltanto discusse e mai realizzate era questione di serieta' votare e vedere i numeri, chi aveva la maggioranza e chi no. Questa è la democrazia» ha commentato il premier da Teheran secondo cui «oggi l'Italia è il paese più stabile d'Europa». È un passo avanti «strepitoso», conclude ribandendo che ora «chiederemo il referendum».
Su questo punto ha poi aggiunto: «Le ragioni del no non sono spiegabili con ragioni di merito: riduce il numero dei politici, delle Regioni, fa chiarezza nei rapporti Stato-Regioni. Il no si spiega solo con l'odio nei miei confronti».
Minoranza Pd: Cambiare l'Italicum.
La minoranza Pd, un minuto dopo l'ok della Camera alle riforme, mette subito in chiaro quale sarà la partita su cui si giocherà il sostegno al referendum di ottobre. Un documento unitario, come si sarebbe detto un tempo, di tutte le anime della sinistra dem. «La Costituzione della Repubblica è molto più di ciascuno di noi. Sarebbe imperdonabile piegarla al vantaggio contingente di una stagione. Su questo principio fonderemo le nostre scelte», scrivono in chiusura Roberto Speranza, Gianni Cuperlo e Sergio Lo Giudice. Contraria al provvedimento anche Fi.
Le opposizioni hanno annunciato la creazione di comitati per il No con l'obiettivo di mandare a casa Renzi: «Davanti a una violenza costituzionale siffatta Forza Italia non può che dire di no con fermezza, no a questo governo, a questa maggioranza, a una Costituzione ad immagine e somiglianza del presidente del Consiglio, che non è presidente di tutti gli italiani», ha detto Renato Brunetta di Fi. «State sottovalutando i cittadini italiani - ha avvertito il deputato 5 stelle Danilo Toninelli - perchè a ottobre voteranno contro questa riforma, perchè sanno che non è per andare avanti ma il peggior conservatorismo e antipolitica». Giudizio negativo e per il No anche Lega, Fratelli D'Italia e Sel. «Lasciate riposare in pace Terracini e Dossetti, questa riforma della Costituzione la state facendo con Alfano e Verdini. Lasciate stare in pace i padri costituenti», ha detto Alfredo D'Attorre, secondo il quale «il legame con la legge elettorale sarà uno dei temi centrali per il referendum».
«Ora la parola passa ai cittadini che, con il referendum del prossimo autunno, esprimeranno la loro opinione sulla riforma della Costituzione», ha commentato la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, dopo il via libera definitivo a Montecitorio al ddl di riforma costituzionale auspicando «che si sviluppi un confronto pacato, sul merito delle decisioni prese». Boldrini ritiene che «sarà più che mai necessaria un'informazione puntuale sul contenuto del referendum. Che ad esprimere il loro voto siano cittadini consapevoli è nell'interesse sia dei sostenitori che di chi si è opposto. Ma è soprattutto nell'interesse della democrazia italiana».
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