Ecco alcune delle affermazioni del comitato per l'astensione o per il «no».
Il contenuto del quesito
Il referendum riguarda le sole piattaforme già esistenti in mare, poiché quelle future sono già vietate, e non riguarda trivellazioni al largo o su terraferma. L'astensione dal voto è un modo democratico, previsto dalla Costituzione, di opporsi all'uso improprio dello strumento referendum.
Ambiente
La novantina di piattaforme oggetto del referendum estraggono quasi tutte metano, il petrolio è marginale. Lo sfruttamento dei giacimenti ha un bassissimo impatto sull'ambiente e sul territorio. L'Italia ha le norme ambientali più severe del mondo e le imprese più avanzate al mondo. Se si fermerà la produzione nazionale, le petroliere in più saranno un rischio per i nostri mari. I soldi sprecati per organizzare il referendum potevano essere usati per l'ambiente riparando i depuratori del Sud che inquinano gravemente il nostro mare.
Disponibilità di energia e occupazione
La chiusura delle piattaforme chiesta dal referendum ridurrà del 75% l'estrazione di metano. L'import energetico salirebbe dal 76% (2014) a oltre l'81%, vanificando la promozione dell'energia rinnovabile. Il referendum mette a rischio il lavoro di 5mila addetti diretti e 15mila dell'indotto.
Royalty
L'Italia è fra i i Paesi con le royalty più esose. Paesi petroliferi come Norvegia o Inghilterra hanno azzerato le royalty, spostato sulla parte fiscale il prelievo e concesso il rimborso degli investimenti sostenuti. Le royalty sono destinate a usi sociali come fa la Basilicata con l'assegno di cittadinanza per i poveri o con gli aiuti che consentono il funzionamento dell'università.
Politica energetica
Il referendum non riguarda la politica energetica e la vittoria del sì avrebbe come solo effetto l'aumento della dipendenza energetica dalle importazioni, vanificando lo sforzo d'indipendenza con le fonti rinnovabili d'energia.
Le emissioni
La chiusura delle piattaforme a chilometri zero produrrà un aumento delle importazioni da Paesi dove l'estrazione di metano o petrolio ha emissioni più alte e impatti più gravi sull'ambiente, e le petroliere per l'importazione aggiungeranno nuovi fumi. Ci sarà un aggravio dell'effetto serra che cambia il clima.
Economia
La chiusura dell'estrazione costerà sulla bolletta energetica italiana per 750 milioni di euro l'anno per 15 anni (complessivamente, oltre 11 miliardi). Le aziende e le tecnologie italiane del settore, con 100mila addetti, contribuiscono con 20 miliardi di export alla bilancia dei pagamenti.
Nelle aree in cui si sfruttano i giacimenti interessati dal referendum (soprattutto Adriatico ed Emilia Romagna) il turismo, la pesca e l'agricoltura di qualità soffrono la crisi meno che altrove e usano i benefici delle attività estrattive per crescere.
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