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Dossier | N. 25 articoli17 aprile / Il referendum sulla durata delle trivellazioni in mare

Referendum sulle trivelle, niente quorum: affluenza al 31%. Renzi: demagogia non paga

Quorum mancato sul referendum sulle trivelle. In base ai dati definitivi diffusi dal Viminale, (vedi la mappa del voto città per città) l'affluenza complessiva alla chiusura dei seggi in Italia è stata del 31,19% (32,15% il dato definitivo per l’Italia, il 19,73% quello per il voto all’estero) per il quesito referendario sulla durata delle trivellazioni in mare negli 8.000 comuni italiani. Siamo fermi dunque a 15 milioni e 806mila votanti, di cui l'85% si è espresso per il ”Sì” (13.334.764) e il restante 14% (2.198.805) per il “No”. Le schede bianche risultano 104.420, pari allo 0,66%, le nulle 168.138, pari all' 1,06%; 663 le schede contestate e non assegnate.

In Basilicata l’unico quorum raggiunto in Italia
La Basilicata è l’unica regione nella quale è stato raggiunto il quorum (50,1%). Dato alto (41,6%) ma lontano dal quorum in Puglia. Entrambe le regioni erano promotrici del referendum. Record negativo di affluenza per il Trentino Alto Adige (25,1%) seguito da Campania (26,1%) e Calabria (26,6%). Per la cronaca, i dati parziali dello spoglio hanno registrato in Italia oltre l’80% di sì. Con il mancato raggiungimento del quorum (50% + 1 dei voti) a livello nazionale l'attività di estrazione di petrolio e gas da parte delle piattaforme attive entro le 12 miglia dalla costa potrà continuare fino all'esaurimento dei giacimenti. In caso di vittoria del sì le piattaforme avrebbero dovuto chiudere ed essere smantellate allo scadere delle concessioni esistenti.

Renzi: risultato netto, demagogia non paga
Il premier Matteo Renzi, che ha invitato all’astensione, ha deciso di mantenere fino all’ultimo il silenzio elettorale e ha annunciato che avrebbe parlato solo a urne chiuse. Da palazzo Chigi non ha nascosto la soddisfazione per il mancato raggiungimento del quorum: «Ci sono vincitori e sconfitti - ha detto - il Governo non si annovera fra i vincitori ma ci annovera ingengneri e operai che domani torneranno nelle loro aziende sapendo che avranno un futuro». E ancora: «Ha vinto chi lavora sulle piattaforme. Io sto dove si rischia anche un solo posto lavoro. Ha perso chi ha voluto una conta a tutti costi». Per Renzi il messaggio di questo referendum è che «non paga essere demagogici». La valutazione è netta: «L'Italia ha parlato: questo referendum è stato respinto. È un risultato netto, chiaro, superiore alle aspettative di tutti gli opinionisti». Con una ammissione finale: «Ho molto sofferto per la scelta di non andare a votare» anche se «si trattava di una opzione permessa dalla Costituzione».

Emiliano: hanno votato 14 milioni, governo cambi politica energetica
Nonostante il mancato raggiungimento del quorum, il presidente dem della Puglia, Michele Emiliano, tra i promotori del referendum sulle trivelle, ha sottolineato gli aspetti a suo avviso positivi della consultazione: «Sono andate a votare 14 milioni di persone. Un successo strepitoso - ha scritto su twitter - che impegna il governo a cambiare politica industriale ed energetica».

La polemica sul tweet di Carbone
Ha suscitato aspre polemiche in giornata l'hashtag #ciaone rivolto ai sostenitori del sì dal renziano Ernesto Carbone, membro della segreteria del Pd. «Prima dicevano quorum - ha scritto Carbone su twitter - Poi il 40. Poi il 35. Adesso, per loro, l'importante è partecipare #ciaone». A lui ha replicato a muso duro Miguel Gotor, senatore della minoranza Pd che ha definito «imbarazzante» il fatto che in queste ore «dirigenti di spicco del Partito democratico stiano irridendo a colpi di tweet quei cittadini che hanno scelto di votare al referendum e dunque di partecipare in modo attivo alla vita democratica del proprio Paese». E ha aggiunto: «Si tratta di un atteggiamento irresponsabile». Dura la reazione anche di Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, che su twitter ha scritto:«Comunque #ciaone fa rima con #cialtrone». In serata nuovo tweet chiarificatore di Carbone: «A tutti gli indignati speciali: #ciaone era per chi ha promosso un referendum inutile, non per chi è andato a votare».

Le posizioni dei partiti
All'appuntamento il Pd è arrivato diviso: contraria all'indicazione ad astenersi rivolta dal premier-segretario Matteo Renzi, la minoranza partecipa al voto senza essere però unita nel merito (Speranza ha votato sì, Bersani no, come Prodi e D'Alema). I Cinque Stelle sono compatti per il sì. Così come Sinistra Italiana. Per il sì anche la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, in nome della «difesa del nostro mare». Meno nette le posizioni in Forza Italia: se il capogruppo al Senato Paolo Romani non è andato a votare, hanno barrato la casella del no molti esponenti azzurri, come il presidente dei deputati Renato Brunetta. Sul sì è invece schierato il governatore della Liguria Giovanni Toti. Sposano la linea dell'astensione l'Ncd di Alfano e quasi tutti i verdiniani di Ala. Alfieri della partecipazione al voto i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso.

Mattarella ha votato a Palermo
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha votato in serata per il referendum. Lo ha fatto a Palermo nel seggio allestito nella scuola statale Piazzi, in via Rutelli, a poca distanza dalla sua abitazione in via Libertà.

Così si è votato in passato
Sono state finora 16 le tornate elettorali relative ai referendum abrogativi, da quello del divorzio del 1974 ai 4 quesiti del 12 giugno 2011 sull'acqua e il nucleare. Dopo anni di massiccia partecipazione alle urne (tutti quorum superati abbondantemente - con il record dell'87,7 nel 1974 - tranne quelli sulla caccia e i pesticidi del 3 giugno 1990) le sei consultazioni referendarie effettuate dal 1997 al 2009 non hanno raggiunto il quorum del 50% più uno dei voti, necessario per la validità dei referendum abrogativi. Quorum che, invece, è stato superato nell'ultima tornata referendaria del 2011 quando si raggiunse il 54,8 %.

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