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Il Senato respinge le due mozioni di sfiducia al Governo. Renzi:…

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dibattito in aula sull’inchiesta petrolio

Il Senato respinge le due mozioni di sfiducia al Governo. Renzi: non c’è ipotesi di corruzione

L’Aula del Senato respinge le due mozioni di sfiducia contro il governo. Nella prima, presentata dal M5S, i no sono stati 183, i sì 96 e nessun astenuto. Quanto alla seconda (Forza Italia, Lega Nord e Conservatori e riformisti) i no sono stati 180 e 93 i sì.

Renzi: nessuna ipotesi di corruzione per questo governo
Nell’inchiesta di Potenza «non c’è alcuna ipotesi di corruzione che riguardi questo governo». Così Matteo Renzi, nell’Aula di Palazzo Madama, dove va in scena nel pomeriggio la discussione delle mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni. Come detto sono due diverse. Il primo documento è firmato dal Movimento 5 Stelle, il secondo nasce dall’iniziativa congiunta di Forza Italia, Lega Nord e Conservatori e riformisti. Entrambe le mozioni battono però sulla sfiducia dell’esecutivo in relazione agli articoli 94 della Costituzione e 161 del regolamento del Senato (quella del centrodestra lo impegna anche alle dimissioni). Nella replica il presidente del Consiglio rifiuta alla radice gli addebiti relativi all’inchiesta su Tempa Rossa. «I giudici devono parlare con le sentenze e noi li incoraggiamo ma le sentenze devono arrivare presto perché noi vogliamo sapere chi è il responsabile, il colpevole, chi ruba». Più netta la sua difesa delle garanzie previste dall’ordinamento non potrebbe essere. «Io sono per la giustizia non per i giustizialisti. L’Italia ha conosciuto figure di giudici eroi ma ha conosciuto negli ultimi venticinque anni pagine di autentica barbarie legate al giustizialismo. L’avviso di garanzia è stata una sentenza mediatica definitiva, vite di persone perbene sono state distrutte mentre i delinquenti avevano il loro guadagno nell’atteggiamento populista di chi faceva di tutto un erba un fascio. L’avviso garanzia non è mai condanna». Allo stesso tempo viene da Renzi rimanda al mittente l’accusa di essere come compagine vicino alle lobby. «Noi siamo il governo che ha messo l’Anac in condizione di lavorare e voi siete il Parlamento che ha fatto provvedimenti che hanno aumentato le pene sulla corruzione, sui reati ambientali che dire che sono figli delle lobby non sta neanche nell’iperuranio».

Innegabile realizzati i punti del programma
È legittimo non essere d’accordo sui provvedimenti ma è impossibile negare che quegli argomenti al centro dell’azione programmatica sono stati affrontati con successo da governo e Parlamento. Mi riferisco alla riforma costituzionale, alla legge elettorale e ai provvedimenti sulle tasse». Matteo Renzi replica alle critiche contenute nella mozione di sfiducia di Forza Italia. E quanto al rimprovero di mancata moralità politica di un esecutivo non eletto tiene a mettere i puntini sulle i. Precisando a beneficio degli azzurri che l’attuale schema di governo «è stato alla base del vostro sostegno al governo Letta venuto meno in base a valutazioni del vostro capo di partito. Come potete contestare a Ncd e poi ad Ala di rimanere fedeli al patto al quale anche voi eravate legati ed è venuto meno per correttissime valutazioni politiche? Voi avete cambiato idea non gli altri».

Non si può parlare di «Flop Act», la disoccupazione cala
Nessun «Flop Act» perché i dati suggeriscono che per l’occupazione «qualcosa si muove». Dice così il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un passaggio, nell’Aula al Senato, legato a un ragionamento generale sull’attività di Palazzo Chigi. «I numeri del Jobs Act non sono numeri su cui si possono avere degli equivoci. L’Inps nel 2015 dice che ci sono stati 911mila contratti a tempo indeterminato in più, certo con il sussidio e l’incentivo che nessuno nega. Quell’incentivo lo abbiamo voluto noi e votato noi e siamo fieri che abbia aiutato gli imprenditori ad assumere». Per quanto riguarda la disoccupazione, «dal 13,2% siamo passati a sotto il 12% e penso che qualsiasi italiano sia contento di questo. Nel febbraio 2016 ci sono state 105.654 domande di disoccupazione, sono tantissime ma il 22% in meno rispetto febbraio 2015. Sono troppe, dobbiamo lavorare tutti insieme per avere un livello inferiore, ma il fatto che segni un -22% è il segno che qualcosa si muove».

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