Ancora bassa crescita per la nostra economia. È quanto prevede il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, secondo cui il ritmo della crescita italiana, nel secondo trimestre 2016, sarà «simile» a quello dei primi tre mesi dell’anno. Nel brevissimo periodo, quindi, ha spiegato Alleva in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite per l'esame del Def, la variazione congiunturale del Pil (corretto per gli effetti di calendario) non dovrebbe superare lo 0,3%, con un intervallo di confidenza compreso tra +0,1% e +0,5 per cento. Per raggiungere nel corso del 2016 una crescita dell'1,2%, come previsto dal Def, «sarebbe necessaria un'ulteriore accelerazione dell'attività economica nella seconda parte dell'anno».
Pesa l’«erraticità» della produzione, crescono i settori con variazione positiva
Per spiegare il dato deludente della crescita Alleva ha messo in evidenza soprattutto la «forte erraticità nell'andamento dell'attività produttiva» nel primo scorcio dell’anno. «In gennaio - ha precisato - l'indice della produzione industriale ha registrato un deciso aumento (+1,7% rispetto a dicembre 2015), alimentato principalmente dalla dinamica dei beni strumentali e intermedi (rispettivamente +5,3 e +2,2%); in febbraio l'indice è calato dello 0,6%, soprattutto per l'andamento negativo del comparto energetico (-2,9%). Nella media degli ultimi tre mesi (dicembre 2015-febbraio 2016) la variazione rispetto al trimestre precedente rimane moderatamente positiva (+0,3%). Un aspetto positivo della recente evoluzione della produzione industriale è il deciso aumento del numero di settori per i quali l'indice segnala una variazione congiunturale positiva: negli ultimi mesi la quota di settori in espansione è aumentata fino al 73% di gennaio (dal 47% di settembre 2015), con una lieve flessione in febbraio (70%).
Nel corso del suo intervento Alleva ha ricordato alle commissioni parlamentari la situazione di «grave deprivazione» che nel corso del 2015 ha caratterizazto circa un milione 340mila minori, «pari al 13% della popolazione con meno di 18 anni». «Questa quota - ha sottolineato il presidente Istat - prima della crisi si attestava a livelli prossimi all'8%, nel 2012 ha raggiunto il picco del 16,8%, ed è ferma intorno al 13% da tre anni». Sempre lo scorso anno «si è ridotto il numero di famiglie che adotta strategie di controllo della spesa rispetto alla quantità e qualità dei prodotti acquistati, proseguendo una tendenza già osservata nel 2014». Tuttavia, «al miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie non corrisponde una riduzione dell'indicatore di grave deprivazione materiale, che rileva la quota di persone in famiglie che sperimentano sintomi di disagio». Dati provvisori segnalano che «quasi due persone su tre in condizioni di deprivazione nel 2015 lo erano anche nel 2014».
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