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Soccorsi e controlli: più navi nel canale di Sicilia

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Soccorsi e controlli: più navi nel canale di Sicilia

  • –Marco Ludovico

ROMA

Unità di rinforzo in mare, prima che sia troppo tardi. L’Italia metterà più navi a solcare il canale di Sicilia. Per scongiurare le tragedie a ripetizione, come quella trapelata ieri da fonti egiziane: «Eravamo in 500, in maggioranza somali, siamo sopravvissuti in 23» dice uno dei sopravvissuti. Secondo la Bbc in arabo ci sono 400 dispersi in mare, erano su quattro barconi. Partiti da Alessandria e diretti in Italia. Il ministero dell’Informazione somalo parla invece di 200 persone annegate.

Intanto al largo della Libia,a circa 30 miglia a nord da Sabratha, è stato intercettato un gommone con sei cadaveri a bordo; per l’organizzazione umanitaria Sos Mediterranee, che ha portato in salvo su nave “Aquarius” 108 persone, uno dei naufraghi ha detto che a bordo c’erano almeno 135 persone. Per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, occorre riflettere «sull’ennesima tragedia nel Mediterraneo».

Certo è che il ventaglio delle rotte e delle pressioni migratorie sull’Italia si sta allargando. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha convocato d’urgenza per domani al Viminale i prefetti dei capoluoghi di regione. Va definita la strategia dettagliata di gestione dell’accoglienza: oggi c’è un +25% di sbarchi rispetto al 2015, i centri di ospitalità sul territorio pieni quasi ovunque.

E già la circolare del 12 aprile del prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento Libertà civili, avvertiva: servono subito 9mila posti di alloggio. Anche se il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha detto nei giorni scorsi che sugli sbarchi «il problema non è particolarmente più grande di qualche anno fa».

Ma oltre la questione libica, nodo cruciale per le ondate di sbarchi, c’è un tema più immediato: l’azione in mare. Di soccorso, di controllo, di messa in sicurezza. Ci sono le unità della Marina Militare, della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera. Di Frontex, dell’operazione Triton, della missione europea Eunavformed “Sophia”, quest’ultima guidata dall’ammiraglio Enrico Credendino: «Ha salvato finora 9mila persone» ha detto Credendino il 9 febbraio scorso alle commissioni Difesa del Parlamento.

Ma se le rotte si stanno moltiplicando per numero e intensità, vanno risolte senza indugi alcune criticità in capo all’Italia. Lo prova l’attenzione posta proprio ora dal ministero dell’Interno e dal dipartimento di Ps, guidato da Alessandro Pansa. Le questioni in mare, infatti, non sono di poco conto.Intanto ogni amministrazione impegnata ha la sua zona ben delimitata di attività: può trasformarsi in una rigidità molto rischiosa, per i soccorsi e non solo.

Si profila così, tra l’altro, l’ipotesi che Eunavformed si estenda fino allo Ionio e al porto di Taranto. Poi, occorrono più unità in mare. Anche per trasportare nei porti i migranti soccorsi in numeri non massicci. Non solo per alleggerire le procedure di accoglimento, ma anche per una necessità indiscutibile ormai: condurre gli immigrati sbarcati negli hot spot - presenti a Taranto, Pozzallo, Trapani e Lampedusa - i centri di post-sbarco chiesti dall’Unione europea. Strutture dove ormai la percentuale di stranieri identificati è prossima alla quasi totalità.

Ovvio, invece, che se in un porto magari privo di hotspot approdano 800 persone - com’è accaduto di recente a Palermo - qualcuno che si dia alla fuga c’è sempre. Non a caso, anche per una banale questione di costi da sostenere, l’unità navale in più potrebbe essere richiesta dall’Italia proprio all’Unione europea per la missione Eunavformed.

Il canale di rotta dall’Egitto, intanto, è all’attenzione del Viminale già da diverse settimane. Il dipartimento di Ps tiene sotto osservazione anche i Balcani: risultano ammassati oltre un milione di profughi e immigrati di vario genere. In Grecia, 3mila sono assembrati solo nel porto del Pireo. E oltre le dichiarazioni politiche, gli addetti ai lavori sanno che nessuno può escludere, con certezza assoluta, la possibilità che in questa massa di immigrati si nasconda un estremista islamico.

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