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Alfano: Libia priorità massima per l’Europa

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Alfano: Libia priorità massima per l’Europa

  • –Marco Ludovico

ROMA

Il consenso europeo sul “Migration compact” si riconosce subito tra i ministri dell’Interno e della Giustizia dell’Unione europea riuniti ieri a Lussemburgo. «Hanno detto in tantissimi che questo approccio è concreto, positivo, e auspicano possa essere deliberato poi a livello di riunione di capi di Stato e di governo» spiega al termine dell’incontro il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

Anzi, oggi c’è già una sorta di test di questo progetto. Alfano, infatti, incontra a Roma il suo collega e vicepremier del neogoverno libico. L’Italia è fresca dell’ok di massima all’idea di un grande investimento europeo tra i Paesi africani: fondi per sviluppare le economie in fase di sviluppo, disincentivare i flussi migratori e rimpatriare chi è già arrivato in Europa senza titolo per accedere allo status di rifugiato.

La Libia in questo progetto «è il punto di priorità massimo per tutta l’Unione europea» ha ricordato ieri Alfano. Così l’incontro con il collega libico «è molto importante. Non credo possa essere risolutivo - riconosce Alfano - ma è molto significativo costruire una relazione solida con la Libia, che abbia come obiettivo quello di stoppare il traffico di esseri umani, di fare una seria e comune lotta alle milizie vicine all’Isis, di organizzarsi ulteriormente in quella zona».

Sulla pressione migratoria in atto alcuni responsabili di governo sdrammatizzano. Ma tra i ministri dell’Ue c’è un’indubbia preoccupazione sulle nuove ondate di sbarchi. Nulla dice oggi che possano diminuire. Niente può far escludere che aumentino. Il sistema di accoglienza in Italia, coordinato dal dipartimento Libertà civili dell’Interno guidato dal prefetto Mario Morcone, annovera ormai circa 120mila stranieri ospitati. Posti al completo, insomma, o poco ci manca. Tanto che una delegazione dell’attuale presidenza dell’Unione, olandese, arriverà in Italia al Viminale proprio per approfondire le questioni dell’emergenza accoglienza.

Ecco perchè si tentano tutte le strade possibili. Come l’istituzione di una guardia di frontiera Ue: «La partita si chiuderà a giugno, ma qui l’accordo c’è stato. Sarà istituito un ufficio per i rimpatri dei migranti irregolari, sarà l’Europa a gestire i rimpatri» mette in rilievo Alfano. L’aspetto di polizia non è secondario. La riunione dei ministri affronta ancora una volta temi come gli hotspot, i centri post sbarco dove i migranti declinano le loro generalità, gli agenti svolgono i rilievi fotografici e digitali, si procede all’identificazione. Nella discussione a Lussemburgo si parla, secondo alcuni, della necessità di istituirne altri. Oggi in Italia gli hotspot sono quattro - Taranto, Pozzallo, Lampedusa e Trapani - e la percentuale delle procedure di identificazione, a cura del dipartimento di Ps guidato da Alessandro Pansa, riguarda ormai la quasi totalità della platea.

Nel regolamento di istituzione della guardia di frontiera nascerà anche un ufficio europeo per i rimpatri dei migranti economici. Sarà legato, come la guardia frontiera Ue, a Frontex, ciascun Paese avrà un collegamento con quell’ufficio europeo. «L’idea di fondo è che è l’Europa che deve gestire e organizzare i rimpatri» ricorda il ministro dell’Interno.

Passi avanti, ieri, anche in materia di lotta al terrorismo. Il consiglio dei ministri Giustizia e affari interni ha approvato all’unanimità la proposta di direttiva per la creazione di un registro europeo dei dati dei passeggeri aerei (Passenger name records-PNR). Entro due anni gli Stati membri dovranno recepire la norma e rendere operativo il registro, nuovo strumento di prevenzione antiterrorismo. «Stiamo studiando dal punto di vista tecnico tutte le ipotesi» ha dichiarato sul punto Alfano, in linea con la richiesta del commissario europeo per gli Affari interni e l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos ai Paesi Ue di «iniziare a lavorare fin da subito».

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