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Liguria, 50 tonnellate di petrolio in mare. Cede diga del torrente…

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DOPO LA ROTTURA DI UN OLEODOTTO

Liguria, 50 tonnellate di petrolio in mare. Cede diga del torrente Polcevera

Delle quasi 500 tonnellate di greggio uscite dall'esplosione di una tubatura della Iplom di Busalla (Genova) e affluite in parte nel torrente Polcevera, circa 50 tonnellate hanno raggiunto il mare. Lo hanno chiarito il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti e il comandante della capitaneria di porto di Genova, ammiraglio Giovanni Pettorino.
Non si tratta, però, ha chiarito il governatore, di petrolio «derivante da quello che è accaduto nelle ultime ore», ossia dal cedimento di una delle barriere di contenimento poste sul torrente per arginare il flusso della sostanza oleosa.

«La macchina dell'emergenza - ha detto Toti - sta funzionando. Sul rio Polcevera il sistema di chiusura ha tenuto. C'è stata un lieve lesione del terrapieno e una panna ha ceduto. Ma le altre hanno resistito. Il petrolio in mare deriva dall'esplosione della tubatura l'altra notte. Ed ora è in un tratto di mare con correnti che tirano verso la Francia».

Il greggio in questione si trova in un'area tra Loano (Savona) e Andora: si tratta di diverse chiazze, «all'interno di una superficie di circa 28 chilometri, lontana dalle coste», ha chiarito l'assessore regionale all'Ambiente Giacomo Giampedrone. Sul litorale, ha aggiunto, «non c'è alcun tipo di emergenza».
Gianfranco Peiretti, responsabile sicurezza Iplom ha sottolineato di essere «tranquillo, dal punto di vista ambientale. Non c'è stato alcun nuovo sversamento in mare. Posso affermarlo perché ero sul posto. Abbiamo rinforzato le panne assorbenti che stanno catturando anche le iridescenze».
Ora, ha aggiunto, «stiamo portando avanti la prima fase della messa in sicurezza che scatta nell'immediata emergenza; poi partirà una seconda fase che interverrà sul contenimento degli eventi di rilascio del greggio; ultima fase, a lungo termine, il piano di bonifica. Al momento nel Polcevera c'è poca roba perché è stato tutto recuperato dagli autospurgo. Non esistono chiazze di prodotto libero sul territorio».

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