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Appalti truccati in favore dei Casalesi, indagato il presidente del Pd in …

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le contestazioni della dda di napoli

Appalti truccati in favore dei Casalesi, indagato il presidente del Pd in Campania

Concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. È l'ipotesi di reato contestato dai pm della Dda di Napoli al presidente del Pd della Campania, nonché consigliere regionale, Stefano Graziano. Nell’ambito dell'inchiesta sugli appalti pilotati in favore del clan camorristico dei Casalesi è stata eseguita a suo carico una perquisizione nei suoi uffici e nella sua abitazione. L’ipotesi che ha indotto gli inquirenti a effettuare le perquisizioni nei confronti di Graziano è che l’esponente politico abbia chiesto e ottenuto appoggi elettorali in riferimento alle ultime consultazioni per l’elezione del Consiglio regionale della Campania. Secondo tale ipotesi, Graziano si sarebbe posto «come punto di riferimento politico ed amministrativo» del clan Zagaria del quale è accusato di far parte Alessandro Zagaria, omonimo del boss, arrestato oggi. Lo spunto investigativo è stato offerto da una intercettazione di colloqui tra quest’ultimo e Biagio Di Muro, ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, anch’egli arrestato oggi. Colloqui nel corso dei quali si faceva riferimento all’appoggio elettorale che occorreva garantire a Graziano. L’esponente dem si sarebbe attivato - ma tale circostanza non è ritenuta illecita dagli inquirenti della Dda - per favorire il finanziamento dei lavori di consolidamento di Palazzo Teti, al centro dell’inchiesta.

Graziano si autosospende dal partito: estraneo ad accuse
«Nell’esprimere la massima fiducia nell’operato della magistratura, con grande sofferenza, comunico la mia autosospensione dal Partito Democratico in attesa di chiarire, al di là di ogni anche generico sospetto, la mia posizione». E così, dopo la notizia dell’indagine a suo carico, decide di farsi temporaneamente da parte il presidente del Pd Campania. Graziano assicura di aver «sempre agito, nel corso della mia carriera politica, nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e legalità, per me imprescindibili regole di vita» e annuncia di aver «conferito mandato al mio legale di attivarsi presso la Procura napoletana perché al più presto venga fissato un interrogatorio nel corso del quale potrò fornire ogni spiegazione sui fatti che l’autorità giudiziaria riterrà di dover approfondire, confermando la mia totale estraneità a qualsiasi vicenda illecita».

Guerini (Pd): fiducia nel lavoro della magistratura
Dal Pd si tengono toni bassi improntati alla moderazione. «Sulle notizie che arrivano da Caserta - ha notato una volta appreso il fatto il vicesegretario dem Lorenzo Guerini - ci auguriamo che si faccia chiarezza al più presto, che si possano rapidamente chiudere le indagini e definire la posizione di chi è coinvolto. Nel frattempo, totale e incondizionata fiducia nel lavoro della magistratura». Ma sulla vicenda è già scontro politico. Duro il leader della Lega Matteo Salvini dal suo viaggio in America. «Mentre ascolto e incontro tanti imprenditori italo-americani con voglia di fare e onesti giovani in fuga dall’Italia, da Roma arrivano notizie di altri arresti e indagati a carico del partito al governo per reati gravissimi e collusione con la criminalità organizzata. Che tristezza...”». Altrettanto ferma la reazione del M5S. «In una terra in cui la presenza della camorra è ingombrante e incide nella vita di tutti i cittadini onesti, non si può tentennare neanche un minimo: Graziano lasci la sua poltrona in consiglio regionale e chiarisca tutto di fronte ai giudici. Non è accettabile che resti un solo minuto in più vista la gravità delle accuse nei suoi confronti». Così scrive Valeria Ciarambino, portavoce M5S Regione Campania, sul blog di Grillo in un post dal titolo “#GomorraPd in Campania” corredato dalla foto di Stefano Graziano, con la didascalia «indagato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso».

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