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Dossier Da San Giuseppe Vesuviano un altro seme di speranza contro le mafie

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Da San Giuseppe Vesuviano un altro seme di speranza contro le mafie

San Giuseppe Vesuviano - Piazza Garibaldi
San Giuseppe Vesuviano - Piazza Garibaldi

Nel momento in cui la parola “antimafia” viene travolta e stravolta nel suo significato più profondo da polemiche che fanno seguito a prese di posizione e indagini giudiziarie, parte una nuova iniziativa.

Il 24 aprile si è costituito infatti il direttivo del Movimento per la lotta alla criminalità organizzata, con sede legale a San Giuseppe Vesuviano (Napoli). A renderlo noto è il testimone di giustizia Luigi Coppola, presidente e fondatore del movimento. «A breve – ha dichiarato all'Ansa Coppola – avremo delle sedi operative sul territorio nazionale, di cui una in Puglia affidata al nostro referente Cosimo Maggiore, imprenditore che denunciò la Sacra Corona Unita. Questo Movimento, si interesserà di lotta al crimine favorendo la denuncia, e sarà di supporto alle vittime, promuoverà azioni di contrasto alla criminalità e si costituirà parte civile nei processi di mafia, camorra, ndrangheta. Si adopererà nelle scuole, organizzando incontri con studenti, al fine di valorizzare il significato della parola legalità, attraverso anche le storie dei testimoni di giustizia. Infatti questa associazione è composta anche da testimoni, oltre a professionisti e gente comune. Affronteremo tutto ciò che è in contrasto con il buon vivere civile, la nostra sarà un'associazione libera da vincoli politici e non avrà peli sulla lingua».

Intanto l'inserimento della valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata nel Documento di economia e finanza (Def) approvato dal Consiglio dei ministri tiene banco. La rilevante dimensione economica raggiunta dai beni immobili e aziendali sottratti alle mafie rende necessario proseguire – si legge nel Def – l'azione di rafforzamento delle strutture e degli strumenti preposti al loro riutilizzo a favore dei cittadini e dell'economia nazionale.

Libera, l'Associazione fondata da don Luigi Ciotti, ha sottolineato dunque «l'urgenza di portare a rapida approvazione la riforma del codice antimafia. Auspichiamo che proprio nel ventennale della legge n.109/96 si possano ottenere e consolidare le condizioni legislative e operative per giungere all'effettiva restituzione alla collettività di tutto il patrimonio sottratto alle mafie, che deve diventare sempre di più bene comune, in termini di welfare e inclusione, di opportunità educative e culturali, di promozione cooperativa e di imprenditorialità giovanile, di tutela del lavoro e di economia sociale, in particolar modo di riscatto e speranza per il Mezzogiorno del nostro Paese».

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