
La procura della repubblica di Cairo est ha prolungato per altri 15 giorni il fermo del consulente della famiglia Regeni, Ahmed Abdallah Al Sheikh, ingegnere che dirige la Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecfr). Lo riferiscono fonti giudiziarie. Due giorni fa la procura aveva disposto un fermo iniziale di Abdallah per quattro giorni. Che ora sono diventati due settimane.
La famiglia di Regeni si è detta «angosciata» per l'arresto del suo consulente. Una fonte giudiziaria ha dichiarato ieri al quotidiano egiziano Al-Masry al-Youm che la procura del Cairo est ha deciso di arrestare Abdallah con l'accusa di aver partecipato a manifestazione non autorizzata e che non vi è nessuna relazione con il caso Regeni.
Ieri Amnesty International ha riferito che il consulente della famiglia Regeni è stato portato via da casa sua dalle forze speciali della polizia egiziana nella notte tra il 24 e il 25 aprile. Le accuse contro di lui sarebbero molto pesanti, comprese istigazione a disordini con obiettivo di rovesciare le legittime autorità, propaganda terroristica e partecipazione ad attività terroristiche.
Su Abdallah pendono i nove reati previsti dalla severa legge anti-terrorismo, che include istigazione alla violenza per rovesciare governo e Costituzione; attacchi contro polizia con intenti terroristici; adesione a gruppo terroristico; promozione di attentati terroristici e di crimini su Internet. Queste accuse potrebbero costringere Abdallah in prigione per anni in attesa di una sentenza. La legge antiterrorismo prevede inoltre la pena capitale per chi è accusato di avere posizioni di rilievo all'interno di un gruppo terroristico o per gli esecutori materiali di attacchi mortali.
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