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Appalti, ecco le linee guida Anac

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Appalti, ecco le linee guida Anac

  • –Mauro Salerno

ROMA

Non si è fatta attendere la bussola dell’Anticorruzione sull’applicazione del nuovo codice degli appalti. A dieci giorni esatti dall’entrata in vigore del decreto che ha mandato in pensione il vecchio testo unico, arrivano le prime indicazioni dell’Anac. Si parte dagli aspetti giudicati più urgenti per consentire al mercato di funzionare in maniera corretta, con sette linee guida in totale: procedura negoziata, commissioni giudicatrici, direzione dei lavori e dell’esecuzione, offerta economicamente più vantaggiosa, servizi di progettazione e responsabile unico del procedimento. Altre ne arriveranno nelle prossime settimane, aggiungendo un tassello per volta al puzzle della regolazione leggera dell’Authority.

I sette documenti sono stati approvati dal Consiglio dell’Autorità e saranno posti subito in consultazione, per consentire a imprese e pubbliche amministrazioni di valutare il loro impatto. Alcuni saranno recepiti con decreto del Mit, altri diventeranno determinazioni dell’Anticorruzione. Per tutti c’è un denominatore comune: la volontà di incidere con decisione sull’applicazione del Dlgs n. 50/2016. In alcuni punti, addirittura, l’Anac forza l’interpretazione, tentando di fare luce su diversi passaggi che, se applicati in maniera scorretta, rischierebbero di mancare gli obiettivi della riforma, mettendo in ombra quote rilevanti del mercato. Senza dimenticare la necessità di ammorbidire i molti spigoli creati da una fase transitoria troppo brusca, come dimostra il caos relativo ai bandi pubblicati a cavallo dell’entrata in vigore del Dlgs 50/2016.

Basta l’esempio delle commissioni giudicatrici per capire la logica con cui si è mossa l’Autorità. Cantone non ha mai nascosto la delusione rispetto alla scelta di limitare agli appalti di maggiore importo (sopra la soglia Ue di 5,2 milioni per i lavori) l’obbligo di servirsi di commissari di gara indipendenti scelti, a sorteggio, da un albo gestito proprio dall’Anac. Con le linee guida si tenta di correggere questa impostazione. Con due indicazioni importanti. La prima è che il presidente della commissione deve sempre essere scelto tra i commissari esterni. La seconda è invece un’indicazione di opportunità che “sconsiglia” le amministrazioni dal servirsi di commissari interni per gli appalti di valore superiore al milione. Indicazioni arrivano poi per la composizione degli elenchi (da realizzare con il filtro di ordini e università) e sui requisiti necessari a candidarsi come commissario.

Improntate al criterio di elevare al massimo l’asticella della trasparenza sono anche le indicazioni contenute nel capitolo dedicato agli appalti sotto la soglia europea. In particolare quelli di importo inferiore al milione, per cui anche il nuovo codice ha confermato la possibilità di assegnazioni senza una gara formale, a valle di preventivi chiesti alle imprese sulla base di una semplice base di mercato. Anche per i micro appalti, sotto i 40miula euro, per cui è possibile l’incarico diretto, le linee guida chiedono di passare perlomeno dall’esame di due preventivi, motivando le scelte. Per gli appalti oltre questa soglia e fino a un milione arrivano poi paletti sullo svolgimento delle indagini di mercato, sul contenuto degli avvisi da pubblicare per un tempo minimo di 15 giorni sul sito dell’amministrazione. Specifiche precise sono previste anche sul contenuto degli inviti. «Considerata l’ampiezza del limite della soglia fino a un milione di euro», l’obiettivo è limitare i «rischi insiti nella possibilità di affidare tramite procedura negoziata una porzione ragguardevole dell’intero mercato».

Passando ai servizi di progettazione, qui viene chiarita la questione del cosiddetto “decreto parametri”, il provvedimento che fissa gli importi da porre a base di questo tipo di gare. Anche se il codice parla di una mera facoltà, le linee guida vanno in direzione opposta e ribadiscono «l’obbligo per le stazioni appaltanti di determinare i corrispettivi per i servizi di ingegneria e architettura applicando rigorosamente le aliquote di cui al Dm 143/2013». Ma non solo. L’altro punto molto rilevante riguarda la qualificazione per le gare sopra la soglia di 100mila euro. Qui si dice che il fatturato globale per servizi di ingegneria e di architettura espletati negli ultimi tre esercizi antecedenti la pubblicazione del bando deve essere al «massimo pari al doppio dell’importo a base di gara». Rispetto al passato, quindi, vengono ammorbiditi i requisiti.

Novità di rilievo riguardano anche l’utilizzo dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’Anac apre innanzitutto alla possibilità di inserire tra i criteri di aggiudicazione anche elementi soggettivi, come il possesso di certificazioni di qualità. Possibile poi anche azzerare i punteggi assegnati allo sconto sulla base d’asta, aggiudicando le prestazioni soltanto sulla base degli elementi qualitativi. Quanto al responsabile unico del procedimento, infine, l’Anac cerca di promuovere una sua maggiore qualificazione. Così, enuncia esplicitamente la volontà di farne un «project manager» della pubblica amministrazione.

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