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Per gli occupati ripartenza ancora fragile

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l’analisi

Per gli occupati ripartenza ancora fragile

A marzo la stima degli occupati diffusa in mattinata dall'Istat segna un ritorno alla crescita: 90mila persone impiegate in più rispetto a febbraio, quando c'era stato un calo di 87mila unità (insomma, si recupera la caduta del mese precedente). Questi 90mila occupati in più sono così divisi: +42mila dipendenti, +34mila precari a termine e +14mila autonomi. La crescita interessa essenzialmente le donne, e con un'occupazione temporanea.

Effetto Jobs act oprattutto per gli over50
Sull'anno il numero di occupati cresce di 263mila unità, soprattutto nella componente over50. Qui si vede un po' di più l'effetto del Jobs act: gli occupati dipendenti segnano un aumento di 295mila unità, di cui 280mila permanenti. La riduzione della disoccupazione (il tasso scende all'11,4%) e dell'inattività (-0,9% sull'anno, pari a -125mila “scoraggiati” e non solo, in meno) è un fatto positivo, ma che si lega anche a una dinamica demografica che vede la popolazione complessiva in calo.

Ripresa indispensabile per consolidare l’occupazione
Le imprese, dopo il boom di posti fissi registrati a dicembre, stanno familiarizzando con il nuovo incentivo sull'occupazione stabile, meno conveniente del precedente. Ma il mercato del lavoro si muove lentamente, e per ora essenzialmente nei settori dei servizi e del commercio (il classico terziario). L'industria è ancora ferma, visto che sta smaltendo le riduzioni di orario di lavoro fatte durante la crisi. A parte le oscillazioni mensili dei dati, emerge con chiarezza che senza una ripresa dell'attività economica l'occupazione farà fatica a riprendersi stabilmente.

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