
3/6 Decreto banche / Deferred tax asset (Dta)
Per le banche le Dta (deferred tax asset, più semplicemente imposte anticipate), si trasformano automaticamente in crediti di imposta in caso di perdite fiscali. Il meccanismo introdotto nel 2011 e potenziato con il decreto salva-Italia di Monti a fine 2011 voleva assicurare, attraverso questa trasformazione, una patrimonializzazione sufficiente a scongiurare, in presenza di perdite, eventuali ricapitalizzazioni, imposte agli enti creditizi dalle regole di Basilea 3.
Per le quattro banche sottoposte a procedura di risoluzione il 22 novembre scorso si è allora posto il problema giuridico sulla possibilità o meno che queste Dta trasformate in crediti d'imposta potessero essere trasferite all'ente ponte. Questo passaggio, infatti, prima dell'entrata in vigore del decreto legge approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri è possibile solo tra imprese dello stesso gruppo. Lasciare in pancia alle quattro banche fallite i crediti d'imposta generati dalle Dta e stimati in circa 800 milioni, avrebbe voluto dire semplicemente perderli.
Con le misure introdotte ieri dal Governo si sarebbe, dunque, formita una copertura giuridica a questo trasferimento delle Dta dalle banche sottoposte a procedura di risoluzione alle quattro good bank. In questo modo si rafforza il loro stato patrimoniale con la possibilità di generare plusvalenze al momento della loro cessione da destinare, sempre nelle intenzioni iniziali dell'Esecutivo, al rafforzamento della dote del fondo riservatoagli indennizzi degli obbligazionisti subordinati.
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