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Concertone di Taranto, Varoufakis e Amnesty tra gli ospiti

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PRIMO MAGGIO

Concertone di Taranto, Varoufakis e Amnesty tra gli ospiti

Il lavoro, le libertà, il cambiamento e i diritti, protagonisti, insieme alla musica, del concerto del Primo Maggio di Taranto, giunto quest'anno alla sua quarta edizione, promosso dal comitato “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” e caratterizzatosi come alternativa all'evento di piazza San Giovanni a Roma. Sul palco di Taranto, davanti a diverse migliaia di persone, si esibiscono anche quest'anno una serie di artisti tra i quali spiccano Litfiba, Daniele Silvestri, Afterhours, Ghemon, Levante, LNRipley, Beatrice Antolini, Ministri, Luminal, Teatro degli Orrori, Niccolò Fabi e Renzo Rubino. Di lavoro e di diritti hanno invece parlato Yanis Varoufakis, ex ministro greco delle Finanze, in collegamento audio-video da Houston con Taranto, e Riccardo Nuory, portavoce per l'Italia di Amnesty International.

Per Varoufakis, “il futuro dell'Europa e del Mediterraneo sta in due cose. La prima è nel combinare l'industria, la tecnologia, l'ambiente e il lavoro. Il secondo è la creazione di un network delle città di sinistra da Valencia a Barcellona a Taranto”. L'ex ministro di Tsipras, interpellato se sia giusto o meno che Taranto punti sulla continuità produttiva dell'acciaio - la città con l'Ilva è infatti del più grande complesso siderurgico europeo -, ha detto che “siamo perdenti nei confronti di Cina e India” e che vede Taranto come “snodo di attività legate alla robotica, all'alta tecnologia e ai prodotti specializzanti. Tutta l'Europa - ha aggiunto Yaroufakis - deve investire in questa direzione”. Circa il conflitto, innescato dal caso Ilva di Taranto tra salute e lavoro, Yaroufakis ha affermato che non si può scegliere l'una o l'altra cosa, “sarebbe come uccidere i propri bambini. Ma oggi nel mondo - ha puntualizzato - ci sono le tecnologie e le capacità per evitare che questo accada”.

Ha invece parlato del caso di Giulio Regeni la delegazione di Amnesty International Italia presente al concerto di Taranto. “Fino a quando non avremo verità su chi ha messo la firma sulla tortura di Giulio Regeni non ci fermeremo. Lo dobbiamo a lui, ai suoi genitori, alle migliaia di egiziani che hanno subito la stessa fine” ha dichiarato Riccardo Nuory, portavoce di Amnesty Italia. Mentre Nuory parlava, sul palco la delegazione di Amnesty ha mostrato uno striscione giallo invocando verità per Regeni. “Si deve sapere chi ha fatto arrestare e fatto torturare Giulio - ha aggiunto Nuory -. I nostri sono messaggi universali. Noi vogliamo libertà e giustiza per tutti, dalla Cina all'Egitto e anche a Taranto”. Dal palco, dai presentatori Valentina Correani, Valentina Petrini e Andrea Ravera, è partito quindi l'invito alla folla a gridare “Giulio uno di noi”.

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