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Prescrizione, si riparte ma senza accordo

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Prescrizione, si riparte ma senza accordo

  • –Donatella Stasio

ROMA

Maggioranza divisa sulla prescrizione ma compatta sul testo base da cui far ripartire il dibattito al Senato. L’approdo, però, è ancora tutto da scrivere. Dopo una riunione al ministero della Giustizia, con Andrea Orlando e con un “ospite” di Ala, il senatore verdiniano Ciro Falanga, si è deciso di far depositare ai relatori Felice Casson e Giuseppe Cucca (Pd) l’articolato già approvato dalla Camera, nel quale i termini di prescrizione per tre reati di corruzione (propria, impropria e giudiziaria) sono quasi raddoppiati rispetto a quelli attuali. La decisione è quasi obbligata, perché il Senato non può ignorare quel che la Camera gli ha trasmesso, come peraltro aveva fatto notare la settimana scorsa il presidente Pietro Grasso. Dunque, Orlando ha buon gioco a far ingoiare il rospo al recalcitrante alleato Ncd-Ap, che infatti accetta l’abbinamento di quel testo a quello - anch’esso già approvato a Montecitorio - sul processo penale ma mette subito le mani avanti: il capogruppo Renato Schifani ribadisce che Ap non voterà la «prescrizione lunga», così come non la votò nell’altro ramo del Parlamento. Dal canto loro, gli alfaniani incassano la disponibilità del Pd, e del ministro Orlando, a modificare quel testo in sede di emendamenti. Che dovranno essere presentati il 25 maggio. Da qui a quella data, dunque, si prevede una serie di riunioni di maggioranza per trovare un’intesa sul tipo di riforma della prescrizione digeribile per tutti.

Ncd-Ap può contare sul sostegno di Ala, che ieri non ha votato il testo base, adottato dalla commissione Giustizia di Palazzo Madama con i voti di Pd, Ncd-Ap e Psi, ma con riserve trasversali alla «prescrizione lunga». Si sono astenuti il Movimento 5 Stelle e il Gruppo misto, mentre Fi, Lega, Cor e Idea non hanno partecipato al voto perché usciti dall’aula per protesta. I grillini hanno spiegato che la loro è «un’astensione politica», per marcare la distanza da alcuni punti del testo base ma anche per non opporsi al procedere della riforma. «Quel testo per noi va modificato - ha spiegato Maurizio Buccarella - in particolare su intercettazioni e anche sulla prescrizione. Che, così come votata dalla Camera, rappresenta un pannicello caldo, forse utile a evitare qualche prescrizione ma irrilevante sui 132mila processi che ogni anno si prescrivono».

Il testo unificato consta di 41 articoli sui quali dovranno essere confezionati gli emendamenti da presentare entro il 25 maggio alle 18,00. Un termine necessariamente ampio vista la complessità del provvedimento, per il quale, quindi, non si prevede il passaggio in aula prima di fine giugno, luglio, salvo forzature. Sul tavolo della trattativa ci sono, oltre alla prescrizione, altri temi “caldi” come le intercettazioni, l’“indagine breve”, il voto di scambio politico-mafioso, l’aumento delle pene per furti e scippi, la riforma del carcere. Temi su cui dovranno confrontarsi, oltre al Pd e a Ncd-Ap, anche i verdiniani, già ieri consultati. La presenza di Falanga al ministero ha tinto di giallo le cronache della giornata, poiché nessuno dei partecipanti (i capigruppo Zanda e Schifani, i sottosegretari Migliore e Chiavaroli, i relatori e il ministro) confermava né smentiva. Nel pomeriggio, è stato Casson a svelare l’arcano, con una battuta: passando accanto a Falanga che cercava di depistare i cronisti, gli ha detto: «Ma se eri seduto vicino a me...». A quel punto l’ammissione: «Sono andato alla riunione per essere informato sull’esito dell’incontro. Hanno voluto una mia riflessione e io ho l’ho data. Questo testo non ci piace - ha ribadito Falanga - e lavoreremo per migliorarlo». Anche Schifani ha confermato la critica al testo della Camera sulla prescrizione, ferma restando la «collaborazione» di Ap. «L’intesa non si troverà in un giorno. Ci sarà da lavorare ma la nostra posizione è trasparente e coerente -, ha spiegato -. Per noi, il testo base, quello politico, deve essere quello del Consiglio dei ministri», che prevede soltanto la sospensione della prescrizione per tre anni (due in appello e uno in Cassazione) dopo la condanna di primo grado. Concetto ribadito in serata da Angelino Alfano che, entrando nella sede del partito dove si svolgeva la direzione nazionale di Ap sui temi oggetto del tavolo politico, tra cui la prescrizione, ha detto: «Il testo della Camera non è quello della maggioranza di governo di cui facciamo parte».

A questo punto, se i grillini confermeranno il no alla «prescrizione lunga» come concepita dalla Camera, quel testo non avrà l’appoggio né loro né di Ncd-Ap né del Psi né di Ala. E dunque fin d’ora sembra destinato a tramontare.

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