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Regeni, faro sulle telefonate del capo dei sindacati

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Attualità

Regeni, faro sulle telefonate del capo dei sindacati

ROMA - Mohamed Abdallah, capo del sindacato indipendente egiziano, può essere il nodo per sciogliere il mistero dietro il sequestro e l’omicidio di Giulio Regeni. Nelle ipotesi investigative tutto ruota attorno a un finanziamento da 10mila sterline: il ventottenne ricercatore di Udine le attendeva dalla Fondazione Antipode e intendeva devolverle ai sindacati.

Un contributo che, di fatto, viene stoppato dalla legge egiziana. I sindacati indipendenti, infatti, non possono ottenere erogazioni di denaro dall’estero. Ma attorno a questa vicenda si sarebbero sviluppati degli screzi tra Regeni e Abdallah. Il ricercatore lo racconta in una email inviata a Hoda Kamel, del Centro egiziano per i diritti economici. Poco più di un mese dopo, il 25 gennaio scorso, il ventottenne di Udine scompare nel nulla. Il corpo viene ritrovato il 3 febbraio sull’autostrada che collega il Cairo ad Alessandria d’Egitto. Sulla vicenda interviene lo stesso Abdallah: rilascia una dichiarazione che non è passata inosservata agli inquirenti italiani. Afferma che Giulio gli aveva offerto soldi per ottenere informazioni sui sindacati lasciando intendere che avesse altri scopi diversi da quelli didattici.

Il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il sostituto Sergio Colaiocco partono da questi spunti. L’impressione è che Abdallah abbia comunicato con terze persone spacciando Regeni per ciò che non era, una spia. Per questo i magistrati hanno delegato lo Sco della polizia e il Ros dei carabinieri di passare al setaccio i tabulati del capo dei sindacati indipendenti. Tutte le telefonate in entrata e uscita sulla sua utenza, nel mese di gennaio, sono sotto la lente degli investigatori.

Ulteriori risposte potrebbero arrivare dal nuovo vertice in programma domenica al Cairo. I nostri investigatori oggi si imbarcheranno su un volo per l’Egitto. L’invito a funzionari del Ros e dello Sco per fare un punto della situazione è arrivato nei giorni scorsi dal procuratore generale della repubblica araba d’Egitto, Ahmed Nabil Sadeq. L’incontro con i colleghi egizian è previsto per domenica con rientro in Italia il lunedì successivo. Al centro dell’incontro gli sviluppi delle indagini svolte dopo l’incontro avvenuto a Roma il 7 e 8 aprile scorso. Non è escluso che possano avvenire scambi di documenti così come sollecitato dal sostituto procuratore Colaiocco nella rogatoria inviata il 14 aprile scorso al Cairo. Documenti in cui si chiede anche la consegna dei verbali di testimonianze e la consegna dei dati di alcune celle telefoniche, utili ad accertare i movimenti di alcuni soggetti nel giorno della scomparsa.

La procura di Roma, inoltre, ha inviato una richiesta a Google per conoscere gli indirizzi IP dei soggetti che si sono collegati all’account di Regeni il 23 marzo scorso: in quella data risulta un accesso abusivo.

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