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Calenda, il manager tra diplomazia e made in Italy

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Calenda, il manager tra diplomazia e made in Italy

Vice ministro dello Sviluppo economico nei governi Letta e Renzi e da marzo 2016 Rappresentante dell'Italia presso l'Unione europea, Carlo Calenda, 43 anni, prossimo ministro delle Sviluppo, è figlio dell'economista Fabio e della regista Cristina Comencini. Laureato in giurisprudenza, approda nel 1998 alla Ferrari come responsabile relazioni con i clienti e con le istituzioni finanziarie, e poi a Sky come responsabile marketing. In Confindustria viene nominato assistente del presidente e poi direttore dell'area strategica e affari internazionali durante la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo, dal 2004 al 2008.

La carriera politica
Successivamente è direttore generale di Interporto Campano e presidente di Interporto Servizi Cargo. Coordinatore politico dell'associazione Italia Futura, il think tank economico del quale Luca Cordero di Montezemolo è stato promotore e dal quale nascerà poi Scelta Civica, nel 2013 è candidato alle elezioni politiche nella lista di Scelta Civica. Il 2 maggio 2013 è nominato vice ministro dello Sviluppo Economico nel Governo Letta, e confermato in tale incarico nel Governo Renzi, con delega al commercio estero. Nel febbraio 2015, insieme ad altri esponenti di Scelta Civica, dichiara concluso il progetto del suo partito e aderisce al Pd.

L’incarico a Bruxelles
Per Calenda, manager dalla passione politica, in grado di legare concretezza operativa a doti diplomatiche, il rientro a Roma nel palazzo di via Veneto che ospita il dicastero è un quasi un ritorno a casa. Anche se, da viceministro per lo Sviluppo economico, a causa degli impegni legati alla delega per il commercio con l'estero, è rimasto seduto poco sulla sua scrivania e ha speso molto tempo all'estero per promuovere il made in Italy e gli investimenti stranieri nel nostro Paese. È questo l'incarico che ha ricoperto fino a qualche mese fa, quando è stato nominato Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione Europea, un ruolo di ambasciatore “politico”, più vicino alle logiche Usa che a quelle europee, necessario secondo il premier Renzi per gestire il confronto, non sempre agevole, tra Italia e Commissione Ue. La nomina Calenda come successore di Federica Guidi al ministero per lo Sviluppo economico rende nuovamente vacante il posto di rappresentante permanente presso le istituzioni europee, che Calenda aveva occupato sostituendo l’ambasciatore Stefano Sannino, spostato a Madrid.


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