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Banca Etruria, perquisizione Gdf: cabina di regia per la vendita dei…

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perquisiti gli uffici di due funzionari

Banca Etruria, perquisizione Gdf: cabina di regia per la vendita dei bond subordinati

La Guardia di finanza è entrata negli uffici della sede centrale di Banca Etruria. Sarebbe stato individuato il documento che dimostrerebbe l’ordine partito dall’”alto” nella vendita delle obbligazioni subordinate, per cui la procura aretina ha aperto un’inchiesta per truffa. La Gdf di Arezzo ha perquisito gli uffici di due funzionari, che avrebbero preso ordini da due direttori generali. I quali, sembrerebbe dalla ricostruzione, avrebbero a loro volta preso ordine dai vertici della banca, durante il cda guidato da Giuseppe Fornasari, con Luca Bronchi direttore generale.

Le obbligazioni subordinate vendute, secondo l'accusa, a molti clienti ignari dei rischi, furono emesse in due tranche nel 2013, per un ammontare di 120 milioni circa. Sono circa 12mila i clienti che hanno perduto i loro risparmi investiti in bond dell'istituto.

L'attività investigativa che segue l'ipotesi di concorso di persone nel reato di truffa aggravata, spiega una nota della Procura di Arezzo, «è indirizzata alla ricerca della documentazione e della corrispondenza dei vari responsabili di area, che hanno imposto, tramite circolari interne e altre condotte al vaglio degli inquirenti, la sottoscrizione di subordinate a una clientela retail, priva di un profilo finanziario adeguato all'investimento, proposto di norma ai clienti “professionali”, che possiedono le competenze necessarie per prendere consapevolmente le proprie decisioni e per valutare correttamente i rischi che assumono».

Grazie anche alle dichiarazioni contenute nelle oltre 400 denunce raccolte, prosegue la Procura, «è emersa con ragionevole certezza una “cabina di regìa” a livello manageriale, che ha prescritto il collocamento delle subordinate in modo “granulare”, andando a individuare anche soggetti con un profilo di investitore a “rischio basso” e non più solo a “rischio medio-elevato” in linea con la tipologia di investimento finanziario».

In particolare, le indagini hanno evidenziato che gli investimenti in subordinate, su proposta dei responsabili d'area e degli uffici territoriali, «sono stati prospettati ai vari clienti come investimento sicuro ed analogo a quelli in obbligazioni ordinarie e titoli di Stato. Talvolta, addirittura il cliente è stato spinto ad effettuare il disinvestimento di operazioni a capitale garantito per favorire l'acquisto delle obbligazioni subordinate, che gli era stato proposto come “una promozione” della banca rivolta ai propri clienti migliori, ma che doveva essere sottoscritta in tempi brevissimi».

La Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio è ora in liquidazione coatta amministrativa.

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