A Nuoro il 3 dicembre del 1998, quando Vanessa aveva solo sei anni, il padre uccise la madre Anna Maria. L'uomo confessò e fu condannato in via definitiva, ma per la ragazza, che ha rinunciato al cognome paterno scegliendo quello della madre, è iniziato un lungo calvario burocratico-legale. Da ultimo il rischio di perdere ogni mezzo di sostentamento, visto che appena tornato in libertà, dopo 10 anni di carcere, il padre ha ottenuto la pensione di reversibilità della moglie uccisa, unica fonte di reddito per Vanessa.
«Nessun altro affronti le ingiustizie che ho subito io»
Vanessa Mele, che oggi segue un master in criminologia a Liverpool, ha spiegato alla Camera che la proposta «rappresenta un primo passo. Io chiedo che non marcisca nei cassetti, che venga calendarizzata il primo possibile. Perché non voglio che nessun altro debba andare incontro a tutte le ingiustizie che ho subito io».
Patrocinio gratuito per i figli della vittima
La proposta di legge presentata oggi alla Camera dal deputato Roberto Capelli (sottoscritta da molti parlamentari e appoggiata dalla presidente della Camera, Laura Boldrini) vuole impedire che questo possa di nuovo accadere, grazie a una serie di modifiche al codice civile e al codice di procedura penale che mirano ad attenuare gli oneri che incombono sulla parte civile e ad accelerare i tempi del risarcimento danni. Saranno sempre ammessi al patrocinio a spese dello stato i figli della vittima, minori o maggiorenni non autosufficienti e in ogni caso fino a ventisei anni. La norma interviene anche sull'indegnità a succedere per evitare che nonostante il terribile crimine commesso, il genitore colpevole possa concorrere all'eredità del coniuge, a danno dei figli.
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