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«Progettavano attentati»: tre fermati in Italia

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«Progettavano attentati»: tre fermati in Italia

Volevano colpire dove c’era più folla. Un atto terroristico al Colosseo e al Circo Massimo a Roma, ma anche nel porto di Bari e sul Thames Cable car, una cabinovia di Londra che attraversa il Tamigi. Sono alcuni degli obiettivi presunti della «cellula jihadista» radicata in Puglia, bloccata dagli investigatori convinti in quei loro viaggi per l’Europa c’era ben poco di turistico. Si trattava, invece, di veri e propri «sopralluoghi al fine di commettere attentati».

L’ipotesi è della procura della Repubblica di Bari, che ha disposto il fermo di cinque soggetti, tre accusati di associazione per delinquere di tipo terroristico e due per immigrazione clandestina. Al momento in manette sono finiti in 3: Qari Khesta Mir Ahmadzai, 30 anni, e Hakim Nasiri, 23 anni, afghani domiciliati al Cara (centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Bari-Palese, accusati di terrorismo internazionale; per il solo favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, invece, è stato fermato Zulfiqar Amjad, pakistano di 24 anni residente a Bari ma bloccato a Milano nelle vicinanze di Porta Romana. Tutti risultano avere «lo status di protezione» in Italia.

L’indagine è del comando provinciale dei carabinieri e del Ros (raggruppamento operativo speciale) coordinati dal procuratore aggiunto di Bari, Pasquale Drago, e dal sostituto Roberto Rossi. Si svela la presunta rete terroristica radicata nel capoluogo pugliese, crocevia per l’ingresso di jihadisti in Italia ed Europa. Stando all’accusa formulata nel decreto di fermo la «cellula» voleva «compiere atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale, in Italia» ma anche all’estero, come in Inghilterra. Per il Ros la «cellula» era in procinto di creare una più vasta organizzazione radicata anche in Francia e Belgio, che avesse lo scopo di sostenere «l’eversione jihadista» grazie agli stretti collegamenti con l’Isis. Un’organizzazione con «la disponibilità di armi da utilizzare per la preparazione di attentati» in grado di dare «sostegno a soggetti disponibili a compiere azioni suicide» con particolare propensione «all’addestramento di combattenti per la guerra santa» e in grado di contare su un vasto materiale jihadista da reperire sulla rete internet, utile alla costruzione di ordigni rudimentali.

Secondo i magistrati sarebbe stata imminente l’organizzazione di un attentato. Sono stati registrati «sopralluoghi» col presunto scopo terroristico al Circo Massimo, al Colosseo e ai Fori Imperiali a Roma. Viaggi col presunto medesimo fine sono stati compiuti anche a Londra. Gli investigatori hanno trovato nei cellulari degli indagati fotografie che ritraevano il centro commerciale West India Quay, il Sunborn Yacht Hotel, un albergo lussuoso in una imbarcazione ormeggiata nel Royal Victoria Dock, la Champions Walk, un’area pedonale e la cabinovia Thames Cable car. Fotografie, inoltre, sono state scattate anche all’indirizzo della pizzeria londinese Milano Pizza, che consegna soprattutto agli studenti universitari. Materiale simile riguarda anche il porto di Bari - la nave della compagnia Adria Ferries che collega Bari a Durazzo - e il centro commerciale Ipercoop, una foto di gruppo con alle spalle una sede della Regione Friuli Venezia Giulia, oltre a una nave ad alta velocità greca della Hellenic Seaways che collega Atene con le isole Cicladi, nel mare Egeo.

Per gli investigatori la «cellula» poteva contare anche su armi. A dimostrarlo sono le numerose fotografie trovate sul cellulare di uno dei fermati: è ritratto con fucili da guerra. I telefonini hanno fornito anche altro materiale, ritenuto di matrice fondamentalista. C’è, per esempio, la foto del presidente Usa Obama sotto forma di caricatura di un asino, come simbolo, secondo la procura di Bari, dell’odio anti occidentale. Poi quella con il sindaco Antonio Decaro e Hakim Nasiri, scattata durante la manifestazione in segno di solidarietà e integrazione del 10 settembre 2015, chiamata “Marcia Scalzi” . Infine ci sono fotografie di Nasiri che «con entrambe le mani, “offre” il gesto del dito medio a Malala Yousafzai», giovane pakistana che il 10 ottobre 2014 ha ricevuto il premio Nobel per la pace.

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