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Sospesa la presidente Rousseff

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Sospesa la presidente Rousseff

L’addio di un presidente donna e l’insediamento di un nuovo governo senza neppure una donna.

Dilma Rousseff esce di scena ed entra Michel Temer, 75 anni, il vice presidente che assume ad interim la guida del nuovo Esecutivo. Lei parla di « golpe moderno», di «brutalità». Lui presenta un nuovo governo composto da 21 ministri.

Una giornata di passione, consumata in un Senato riunito in seduta fiume. Dopo quasi 20 ore ha deciso per il sì all’impeachment di Rousseff, 55 voti a favore 22 contrari. Da oggi scattano i 180 giorni utili per la difesa della presidente accusata. A quel punto il Senato rivoterà dopo la contro requisitoria di Rousseff che già ieri ne ha mostrato i tratti salienti: «È un impeachment fraudolento, un vero golpe. In gioco ci sono il rispetto della volontà sovrana dei 54 milioni di elettori che mi hanno votata e il rispetto della democrazia». Sono state queste le prime parole di Rousseff nella conferenza stampa convocata prima di lasciare il palazzo presidenziale di Planalto dopo il voto del Senato.

Il nuovo governo del presidente ad interim Temer sarà composto da 21 ministri (dai 32 di Rousseff) tra i quali non vi è neppure una donna. Non accadeva dal 1985, quando cadde il dittatore Joao Figueredo. Tra i nuovi ministri si individua un profilo comune, liberista. Henrique Meirelles è il ministro delle Finanze del nuovo governo. É stato presidente della Banca centrale, convinto assertore delle politiche monetarie ortodosse, ben considerato dalla comunità finanziaria internazionale. José Serra, ex governatore di San Paolo e due volte candidato alla presidenza, è invece il nuovo ministro degli Esteri. Romero Juca, che successe a Temer nella carica di leader del Pmdb (partito socialista) e acerrimo avversario di Rousseff è il ministro dello Sviluppo.

Rousseff non getta la spugna, lo si capisce dal tenore del suo intervento: «Lotterò con tutti gli strumenti legali di cui dispongo per esercitare il mio mandato fino alla fine, fino al giorno 31 dicembre 2018». E poi ancora: «Non smetterò mai di lottare», ha aggiunto, pochi minuti prima di lasciare il Palacio do Planalto, sede della presidenza. «Guardo indietro e vedo tutto quello che abbiamo fatto. Guardo avanti e vedo tutto quello che dobbiamo ancora fare. E, cosa più importante, guardo me stessa e vedo qualcuno che dispone della forza per difendere i propri diritti». In gioco in questo momento, ha proseguito Rousseff, intervenendo pubblicamente, «non è solo il mio mandato, ma il rispetto per le lotte, per la volontà sovrana del popolo brasiliano. Ciò che è in gioco sono le conquiste degli ultimi 13 anni». «Ciò che è in gioco sono le conquiste raggiunte dalle persone più povere, la protezione dei bambini, i giovani che arrivano all’università, i medici che curano la popolazione, la realizzazione del sogno di una propria casa». Infine: «Posso aver commesso errori, ma mai crimini».

Le accuse contro Rousseff si basano sulla presunta irregolarità di alcune Leggi finanziarie con cui il suo governo avrebbe coperto ampi buchi nel bilancio del 2014. Gli osservatori politici brasiliani confermano che l’impeachment sia stato “forzato” da un sentiment negativo sviluppato dopo l’evidenza del sistema di corruzione e tangenti al cui centro sta Petrobras. Che ha investito anche l’ex presidente Lula. Intanto ci sono già in programma manifestazioni pro-Rousseff ; il Paese resta spaccato in due.

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