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Frontex, il sorpasso dell’Italia Più sbarchi che in Grecia

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MIGRANTI

Frontex, il sorpasso dell’Italia Più sbarchi che in Grecia

Roma - Per la prima volta, dall’estate scorsa, gli arrivi di migranti sulle nostre coste superano quelli della Grecia. A certificare il “sorpasso” dell’Italia sono i numeri diffusi ieri da Frontex: 8.370 persone sbarcate ad aprile, mentre sono 2.700 quelle arrivate sulle coste greche, il 90% in meno rispetto al mese precedente. Un’inversione di tendenza, quella tra i due paesi che - spiega l’agenzia Ue di controllo delle frontiere esterne - si è verificata nonostante il fatto che gli oltre 8mila arrivi registrati nel Mediterraneo centrale siano in calo del 13% rispetto al dato di marzo e del 50% rispetto a un anno fa.

E a confermare una flessione nel trend degli arrivi è anche il Viminale che ieri ha reso noto che dall’inizio dell’anno a oggi comprese «le persone su navi» ci sono stati in Italia 32.200 sbarchi a fronte dei circa 36.200 dello stesso periodo del 2015. Nigeria, Eritrea, Gambia e Somalia i principali paesi di provenienza.

«C’è stata una drastica riduzione degli arrivi sulle isole greche», ha commentato il direttore di Frontex Fabrice Leggeri che ha sottolineato come gli arrivi di aprile «sono ben al di sotto al numero di persone che spesso abbiamo visto arrivare quotidianamente sull’isola di Lesbo durante i mesi di picco dell’ultimo anno». E a determinare questo calo secondo Frontex sono stati non solo l’accordo Ue-Turchia ma anche i maggiori controlli messi in atto dalla Macedonia lungo le sue frontiere con la Grecia (dove i siriani sono la maggior parte di coloro che continuano ad arrivare seguiti da pachistani, afghani e iracheni).

Dati che arrivano nel giorno in cui sono stati portati nei nostri porti gli oltre 800 migranti salvati in un’operazione della Guardia costiera giovedì nel canale di Sicilia. Hanno raccontato di esser stati prima caricati su una grossa nave e poi trasbordati sul barcone dal quale sono stati salvati. Inoltre, hanno detto di esser rimasti in mare aperto per 15 giorni, un tempo lunghissimo che aumenta enormemente i rischi di naufragio: sono sbarcati ad Augusta 342 dei 515 stipati su un barcone. I rimanenti 173 sono stati recuperati dalla nave Rio Segura, inserita nel dispositivo Frontex, e destinati a Palermo. «La maggior parte di loro - ha spiegato l’Oim, l’organizzazione internazionale per le migrazioni - sono egiziani soprattutto, e poi somali e sudanesi» e non siriani come era stato detto in un primo momento.

Intanto al ministero dell’Interno guardano dunque ai prossimi mesi con preoccupazione. Perché come ha detto qualche giorno fa in Parlamento il capo del Dipartimento immigrazione del Viminale, Mario Morcone, «tutto è legato a variabili come le condizioni del meteo e la situazione in Libia. Si tratta di numeri che non ci danno tranquillità e in prossimità della stagione estiva è probabile vi sia un numero significativo di sbarchi». Per questo, ha spiegato Morcone, si sta lavorando per non farsi trovare impreparati e spingendo sull’Europa affinché le relocation decise dall’agenda Junker vadano finalmente a regime. Finora infatti sono solo 600 i migranti ricollocati, un risultato «deludente». Quattro sono gli hotspot attivi (Trapani, Taranto, Lampedusa, Pozzallo) mentre bisognerà reperire a breve 1.500 posti nei Cie, dove finirà chi non ha diritto all’asilo e dovrà essere rimpatriato. Entro fine mese, inoltre, verrà fatto un nuovo bando per recuperare altri 5mila posti nel sistema d’accoglienza, dove attualmente sono ospitati 120mila migranti e 13mila minori non accompagnati.

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