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Malore per Antinori. I legali: la paziente firmò consenso informato

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il ginecologo: mi sento come tortorA

Malore per Antinori. I legali: la paziente firmò consenso informato

È stato portato in ospedale a causa di un malore il ginecologo Severino Antinori, da ieri agli arresti domiciliari. Il professionista si è sentito male nel primo pomeriggio nell'abitazione di Roma. La Procura di Milano aveva contestato anche il sequestro di persona al professor Severino Antinori per la vicenda dell'infermiera ventiquattrenne spagnola che sarebbe stata costretta a subire l'asportazione di ovuli destinati a un’altra paziente. L'accusa, però, è stata ritenuta dal gip che ha disposto i domiciliari per il medico «assorbita» da quella di rapina. Il reato di rapina riguarda sia gli ovuli, sia il telefono cellulare che sarebbe stato sottratto alla donna che era ricorsa a un telefono fisso nella clinica per avvertire le forze dell' ordine, il 5 aprile scorso.

Antinori, dall'ospedale, ha risposto al telefono per dire che «queste accuse sono fuori dal mondo, mi stanno uccidendo, mi sento come Enzo Tortora». Dopo il malore ha spiegato di sentirsi «un po’ meglio». Ed ha aggiunto: «Sto prendendo dei farmaci, ora ho un altro controllo ma certe accuse mi distruggono. Lo voglio dire forte: io sono per l'Italia pulita».

I legali del medico: la paziente firmò consenso informato
Secondo l'avvocato Tommaso Pietrocarlo, che con il collega Vinicio Nardo difende il medico, la donna che ha denunciato una rapina di ovuli che ha portato agli arresti domiciliari Severino Antinori firmò, secondo la difesa del medico, un modulo di adesione al programma di ovulodonazione, poi un consenso informato, «dopo aver avuto il supporto di uno psicologo che ne attestò la consapevolezza della scelta e la mancanza di problematiche». «Dagli atti - ha detto il legale - emerge inoltre che la donna avrebbe riconosciuto la sottoscrizione di due moduli molto dettagliati dell'11 e del 14 marzo e non quello del 5 aprile», giorno dell'intervento che la donna avrebbe subito affinché gli ovuli fossero impiantati ad altra paziente.

Lorenzin: sarà la magistratura a stabilire fatti, reati e responsabilità
«Non commento l'arresto di Antinori. Non è utile né opportuno». Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, a margine della visita all'open day di Ostetricia alla struttura capitolina Città di Roma, che aggiunge: «Legare l'arresto di Antinori al tema dell'assenza di ovociti è profondamente ingiusto nei confronti della presunta vittima, ed è anche un ragionamento molto pericoloso».

«Fermo restando che sarà la magistratura a stabilire fatti, reati e responsabilità - ha concluso - se le liste di attesa per gli ovociti giustificassero, anche solo come esercizio dell'assurdo, l'espianto violento a donne non consenzienti, allora dovremmo aspettarci il traffico di organi, viste le lunghe liste di attesa per trapianti salvavita. Io direi di non scherzare con cose che feriscono profondamente le persone».

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