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Migranti, flop Ue sui ricollocamenti Alfano: «Nuovi hotspot…

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Politica

Migranti, flop Ue sui ricollocamenti Alfano: «Nuovi hotspot galleggianti»

«Hot spot galleggianti». Su navi o piattaforme, nel canale di Sicilia, sono allo studio centri in grado di identificare i migranti soccorsi prima dell’arrivo sulla terraferma. Verifiche sui dati anagrafici, rilievi fotosegnaletici, impronte. L’annuncio è del ministro dell’Interno in una conferenza stampa sui «Mille giorni di lavoro» di Angelino Alfano al Viminale. Una novità tutta da costruire, però. Scaturisce da un fatto incontestabile: molti immigranti soccorsi e poi approdati nei porti dove non ci sono hot spot scappano. Spesso la Polizia di Stato organizza trasferte in pullman dai porti privi di hot spot per destinare gli stranieri proprio alle strutture di verifica e controllo. Ma non sempre è possibile e la fuga diventa la regola.

«C’è una disponibilità assoluta da parte nostra ad aprire nuovi hot spot» ha detto Alfano. A quelli già presenti - Pozzallo, Lampedusa, Trapani e Taranto se ne dovrebbero aggiungere altri due a terra. Su quelli galleggianti «la Commissione (a Bruxelles, ndr) ha dato un parere sostanzialmente favorevole pur evidenziando alcune criticità». Il ministro sottolinea che il nuovo meccanismo «consentirà di fare le operazioni di identificazione direttamente a bordo, senza far fuggire nessuno, e a questo meccanismo possono contribuire le agenzie umanitarie e Frontex».

Ma l’operazione non è semplice. Le unità navali devono essere attrezzate a dovere: a partire dalla necessità, se occorre, di ospitare i migranti durante le operazioni di identificazione. I costi di un progetto del genere non sono trascurabili. E va assodato su quali unità navali vanno allestiti questi nuovi hot spot. Secondo Filippo Grandi, alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite, sugli hot spot galleggianti «ci sono ragioni molto convincenti ma anche questioni che gli stessi responsabili non hanno ancora completamente sviscerato. La questione non è dal punto di vista dei principi, ma dal punto di vista pratico: se si può fare o no». Intanto si conferma che il piano Ue sui ricollocamenti per alleggerire Italia e Grecia dalla pressione migratoria è un flop. Il terzo monitoraggio condotto da Bruxelles sulla ridistribuzione di 160mila profughi entro settembre 2017 rivela che ne sono stati effettuati solo 1.500, 591 dall’Italia e 909 dalla Grecia: meno dell’1%. Ieri mattina, poi, al Viminale è stata presentata la «Carta per la buona accoglienza delle persone migranti»: un documento di intesa firmato da Anci, Interno e Alleanza delle cooperative sociali che «diventa una scommessa quotidiana sulle buone pratiche di accoglienza sul territorio - ha detto Mario Morcone, capo dipartimento Libertà civili e immigrazione - un meccanismo di emarginazione ed espulsione di ogni iniziativa distorta, lo sforzo soprattutto di arrivare a un sistema di integrazione sostenibile ed efficiente».

Nella conferenza stampa, Alfano ha detto che «nel triennio 2013-2016 c’è stato un lavoro straordinario da parte delle forze dell’ordine, che ha portato a risultati eccellenti: negli ultimi tre anni si sono registrati 350 mila reati in meno e il 2015 è stato l’anno con meno reati dell’ultimo decennio». Il ministro ha evidenziato che gli omicidi volontari sono passati dai 509 del 2013 a 430 del 2015, i furti da 1 milione 563mila a 1 milione 398mila nello stesso periodo e le rapine da 42.263 a 33.314. Sempre nel triennio considerato sono stati arrestati 5.528 mafiosi e 219 latitanti, sequestrati 44.950 beni alla criminalità organizzata per un valore di 16,7 miliardi di euro.

Nel contrasto al terrorismo, 101 estremisti arrestati nel triennio (+24% rispetto al triennio precedente) e 102 espulsioni per motivi di sicurezza (+155%). Sulla violenza di genere, ha sottolineato Alfano, «dopo la legge dell’ottobre 2013 si è registrato un calo dell’8,5% delle donne uccise (452), del 10,4% di quelle violentate (11.423), del 4,7% delle vittime di lesioni (78.106) e un aumento del 27,7% delle denunce di stalking (28.269)».

Aumentati poi i fondi nel pacchetto sicurezza: da 7,4 miliardi di euro del 2013 a quasi 8 miliardi. Il titolare dell’Interno ha risposto anche ai timori diffusi dei pm di Napoli dopo le minacce emerse contro il procuratore capo, Giovanni Colangelo: gli inquirenti partenopei, riuniti in assemblea, hanno stilato un documento chiedendo di superare un presunto «approccio burocratico» nell’assegnazione di scorte e tutele. Alfano ha risposto: «Proteggeremo i magistrati di Napoli, posso contare su di noi». Il ministro ha ringraziato anche il comandante generale della Finanza, Saverio Capolupo e il direttore generale della Ps, Alessandro Pansa, in procinto di lasciare l’incarico. Pansa oggi cederà il testimone a Franco Gabrielli e subentrerà a Giampiero Massolo alla guida del Dis.

Ieri al Viminale è stato firmato anche un protocollo d’intesa insieme al presidente della Figc, Carlo Tavecchio, e ai presidenti delle leghe di Serie A, B e Lega Pro, per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata nelle società di calcio professionistiche.

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