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Lavoro, subito la fase 2 del Jobs act

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L'Analisi|il focus

Lavoro, subito la fase 2 del Jobs act

Il Jobs act, con l'introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti, che ha marginalizzato la reintegra sostituendola con un indennizzo monetario in caso di licenziamento illegittimo, è arrivato a fine 2014. La nuova decontribuzione piena, fino a 8.060 euro per tre anni per i contratti stabili, è entrata in vigore a gennaio 2015.

Per capire, oltre le solite polemiche politiche, l'effetto combinato dei due interventi - su cui si sofferma anche il Rapporto annuale 2016 Istat nel capitolo sul ruolo della normativa nelle scelte di assunzione delle imprese
manifatturiere - bisogna vedere la situazione da cui si partiva: il mercato del lavoro fino ancora a metà 2014 era alle prese con forte crisi, con le imprese che riducevano orari di lavoro (e in alcuni casi licenziavano) per resistere. E quindi non stupisce che il primo effetto delle nuove regole sia stato questo: per le Pmi la possibilità di assumere stabilmente (e a costi ridottissimi) personale qualificato per tentare di ripartire; per le aziende piu' grandi, l'incremento di dipendenti per espandersi e conquistare nuovi spazi. La fotografia dell'Istat certifica queste dinamiche: l'azzeramento dei contributi e la semplificazione delle regole contrattuale hanno avuto un impatto positivo sull'occupazione: i senza lavoro si sono ridotti, la Cig sta arretrando.

Tutto bene, quindi? No. Il punto è che questi interventi stanno aiutando alcuni settori (specie i servizi, la manifattura e' ancora in affanno); e la situazione di lenta ripartenza è difforme sul territorio nazionale. A ciò si aggiunga che la decontribuzione nel 2016 si è ridotta di durata e intensità. Non c'è dubbio che senza una crescita duratura e da numeri consistenti il mercato del lavoro italiano resterà “a galla”. Serve quindi una Fase 2 del Jobs act: e che guardi alle imprese, confermando l'incentivo a creare occupazione stabile. Il ministro Poletti giovedì ha detto che si sta ragionando di anticipare il taglio strutturale del cuneo al 2017. Bene. La strada della semplificazione e del minor costo del lavoro per le aziende è quella vicente, prima, durante, e soprattutto in uscita dalla crisi.

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