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Dalle pensioni ai contratti il governo sonda i sindacati

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Politica economica

Dalle pensioni ai contratti il governo sonda i sindacati

  • –di G.Pog.

I sindacati dall’incontro odierno si aspettano l’avvio di un confronto «vero» con il governo su pensioni, lavoro, politiche attive e contrattazione. Quattro capitoli sui quali Palazzo Chigi quest’anno intende intervenire, ma per Cgil, Cisl e Uil serve una reale interlocuzione, il dialogo non deve limitarsi ad un incontro sporadico.

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Tommaso Nannicini, questa mattina dovrebbero illustrare ai leader sindacali la proposta dell’anticipo pensionistico (Ape) e ascolteranno le indicazioni contenute nella piattaforma unitaria sulle pensioni, come prima tappa di un percorso di ascolto. Il sindacato propone il ripristino di meccanismi di flessibilità nell’accesso al pensionamento di vecchiaia, la pensione anticipata con 41 anni di contributi per tutti senza penalizzazioni, l’estensione della platea di lavori usuranti, il ritorno alla normativa sulla rivalutazione annuale degli assegni pensionistici antecedente il blocco della legge Fornero, l’estensione degli 80 euro ai pensionati, nessun ritocco alle pensioni di reversibilità. «Ci aspettiamo che ascoltino la nostra piattaforma - ha spiegato la leader della Cgil, Susanna Camusso - visto che da lungo tempo abbiamo presentato una proposta per cancellare tante ingiustizie, la legge Fornero così come altri temi legati in particolare agli ammortizzatori sociali e al mercato del lavoro. Abbiamo inviato al Governo numerose richieste di affrontare i problemi. Ci aspettiamo una disponibilità a discutere».

L’incontro di oggi servirà al governo anche per sondare il sindacato sul tema della riduzione del cuneo fiscale, capire se è considerato una priorità, e per rilanciare il tema della riforma della contrattazione con l’obiettivo di valorizzare i contratti decentrati in chiave di incremento della produttività: nessun intervento legislativo è previsto a breve, ma il governo ha già fatto capire che non può aspettare in eterno un accordo tra le parti sociali. Quindi, in assenza di un’intesa, sarà Palazzo Chigi a intervenire. C’è poi tutto il capitolo delle politiche attive, con i lunghi tempi di decollo dell’Anpal e l’operatività dell’assegno di ricollocazione: a preoccupare i sindacati oltre al “fattore tempo”, è la limitatezza di risorse disponibili, anche perché nel frattempo le modifiche normative hanno frenato l’erogazione della cassa integrazione ordinaria con gravi disagi per migliaia di lavoratori. Senza trascurare la questione voucher, oggetto del primo decreto correttivo al Jobs act: sul boom dei buoni lavoro le posizioni nel sindacato sono differenti. La Cgil propone l’abrogazione dei voucher, mentre la Cisl vuole evitare che si possano utilizzare impropriamente, nella convinzione che frenando gli abusi, con l’impiego corretto dei buoni lavoro possa emergere gran parte del sommerso.

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