Una corsa affollata, con 17 candidati sindaco e fin troppo fair play. Piero Fassino corre per il suo secondo mandato, questa volta con Sel fuori dalla coalizione a sostenere, insieme a Verdi e Rifondazione, Giorgio Airaudo, deputato di Sel ed ex segretario torinese della Fiom. Per l’attuale primo cittadino, il voto del 5 giugno potrebbe significare il ballottaggio con la candidata del Movimento Cinque Stelle, Chiara Appendino. Questo almeno dicono i sondaggi in circolazione.
Rispetto al 2011 la corsa di Fassino ha perso l’appoggio degli ex alleati di sinistra – che oggi con Airaudo chiedono un modello alternativo di sviluppo e interventi per combattere il lavoro “povero” grazie a un salario minimo comunale per gli addetti delle cooperative che erogano servizi per conto del Comune, ad esempio – ma ha guadagnato l’endorsement di Enzo Ghigo, uomo di Forza Italia della prima ora ed ex presidente della Regione Piemonte, e di Michele Vietti, ex sottosegretario alla Giustizia e all’Economia nel secondo governo Berlusconi e poi nominato al Csm. Prove generali del Partito della Nazione in salsa torinese, solo che in questo caso la componente di centrodestra arriva dall’Ncd (Ghigo) e dall’Udc (Vietti). Forza Italia a Torino ha scommesso su Osvaldo Napoli, una lunga carriera da sindaco, prima a Giaveno e poi a Valgioie, nel Torinese, alla Camera per Forza Italia e Pdl, mentre Lega e Fratelli d’Italia sostengono Alberto Morano, professione notaio. In corsa nel centrodestra c’è anche Roberto Rosso, già candidato per la poltrona di sindaco nel 2001, quando a vincere fu Sergio Chiamparino. Anche Rosso un uomo di Forza Italia della prima ora, oggi in corsa però con lo scudo crociato dell’Udc. «Sono il candidato antisistema» si presenta così, in polemica con l’appoggio che una parte del centrodestra ha espresso a Fassino, con un programma elettorale che mette la sicurezza al primo posto. Accanto ad una proposta di defiscalizzazione per chi decide di investire a Torino.
L’ultimo sindaco non di sinistra risale agli anni Novanta. La città, dunque, ha una lunga tradizione di sinistra che negli ultimi anni ha favorito la continuità: due mandati per Valentino Castellani, sindaco dell’Ulivo dal 1993 al 2001, poi due mandati per Sergio Chiamparino. L’incognita delle amministrative del 2016 potrebbe essere proprio il Movimento Cinque Stelle, cresciuto in Piemonte all’ombra della lotta all’Alta Velocità e oggi affidato alla corsa di Chiara Appendino, formazione da manager e ambizioni da amministratore pubblico. Con un programma lanciato a partire dal tema dell’Urbanistica e di una nuova industrializzazione della città, accanto alla crescita dell’eno-gastronomico, allo sviluppo della green economy, alla creazione di nuove forme di turismo sostenibile. Per Napoli, sensibile al tema del buon governo della città e per questo accusato di strizzare l’occhio a Fassino, il punto di partenza per la futura amministrazione è la lotta alla povertà e «la definizione di un modello di investimenti nelle infrastrutture che valorizzi i privati – sottolinea – senza generare nuovo debito né affidarsi alla leva fiscale, arrivata ai livelli massimi, ad esempio sulla seconda casa».
F.Gro.